Al Sistina di Roma ritorna uno dei suoi “marchi di fabbrica”, la commedia musicale “Rugantino” che, andata in scena la prima volta nel 1962 (con un poker come Manfredi, Fabrizi, Massari, Valori), è assurta ormai al rango di evergreen. Sempre a Roma, ma all’Opera, una fra le maggiori opere di Janáček, dialetticamente contemporaneo di Puccini. A Torino temi americani che ci fanno riflettere.
Roma
Dal 3 al 19 maggio al Teatro Sistina ritorna una delle grandi commedie musicali italiane, “Rugantino”, con Serena Autieri, Michele La Ginestra, Massimo Wertmüller, Edy Angelillo. Scritto dalla leggendaria coppia Garinei e Giovannini, con le musiche dell’ugualmente leggendario Trovajoli. Non dimentichiamo che ai testi hanno collaborato anche registi e sceneggiatori come Festa Campanile e Franciosa, con la collaborazione artistica di un altro regista come Gigi Magni; coreografia di Gino Landi, di cui ricordiamo i numerosi successi anche come regista, dal teatro alla tv al cinema; scene e costumi di uno fra i maggiori scenografi del trentennio ’50-’70, Giulio Coltellacci.
Ambientata nella Roma papalina ottocentesca una storia commovente, ironica e nostalgica, dove seguiamo le vicende di Rugantino, chiacchierone e sbruffone dall’animo nobile e dalla impareggiabile verve, fino al triste ma edificante epilogo, tra successi famosi in tutto il mondo, da “Roma nun fa’ la stupida stasera” a “Ciumachella” a “Tirollallero”.
Dal 2 al 9 maggio al Teatro dell’Opera “Jenůfa”, di Janáček; nel ruolo del titolo Cornelia Beskow, direttore Juraj Valčuha (che debutta a Roma ma invece è ben conosciuto dal pubblico napoletano e torinese), regia di Claus Guth. Un allestimento in coproduzione con la Royal Opera House di Londra, dove è andato in scena nel 2021 e premiato come Miglior produzione operistica agli Olivier Awards 2022 (il maggior premio teatrale inglese). Alto esempio del realismo musicale di primo Novecento, “Jenůfa” è l’opera più nota di Janáček. Scritta tra il 1894 e il 1903, l’azione si svolge in una chiusa comunità rurale due donne lottano per realizzarsi, per sopravvivere allo schiacciante peso degli obblighi sociali e alla violenza che le circonda.La recita del 2 sarà trasmessa in diretta (dalle 20.00) su Radio3 Rai; come tutte le dirette, rimangono disponibili sul sito dell’emittente per otto giorni.
Torino
Il 2 maggio alle 20.30 all’Auditorium Rai l’Orchestra Rai è diretta da Robert Treviño, pianista Yulianna Avdeeva, in un programma non frequente e di sicuro interesse. Apre la “Sinfonia in tre movimenti” di Stravinskij. Segue la “Doctor Atomic Symphony”, scritta nel 2007 da John Adams: la sinfonia evoca lo sconvolgimento dei primi test atomici; il terzo movimento, intitolato Trinity, si ispira al sonetto di John Donne “Batter my heart, three person’d God”, molto amato dal fisico Oppenheimer, che a esso si ispirò per attribuire il nome di “Trinità” al sito scelto per i test nucleari nel deserto del New Mexico. Conclude la “Sinfonia n. 2: The Age of Anxiety” di Bernstein, ispirata al poema di Wystan Hugh Auden, il maggiore poeta inglese del Novecento dopo Eliot.Replica il 3 alle 20 con trasmissione in diretta su Radio3 e in live streaming sul portale di Rai Cultura.
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