Script sul bollito andante ma il divertimento non manca, anche in virtù della notevole resa tecnica
The Beekeeper racconta di Adam Clay, apicoltore solitario dal passato enigmatico che vive una vita tranquilla in campagna, dedicandosi alla produzione del miele. La sua unica compagnia è Eloise Parker, anziana che si è sempre presa cura di lui e per la quale Adam nutre un rispetto totale. Quando la donna cade vittima di una truffa informatica che la spinge alla rovina finanziaria, Adam decide di vendicarla. Dismessi i panni da uomo rurale rivelerà il suo vero volto, attaccando frontalmente la società di data mining responsabile della truffa, puntando ai veri criminali che muovono i fili nell’ombra.
Ideato dal regista David Ayer (End of Watch, Fury) e dal rinomato sceneggiatore Kurt Wimmer (Equilibrium, Giustizia privata, Total Recall 2012) The Beekeeper è un’avventura piuttosto tipica che offre l’ennesimo pretesto per scatenare il simpatico e atletico Jason Statham nell’ennesimo ruolo da vendicatore e antieroe. La trama è relativamente avvincente, i colpi di scena telefonati ma non di meno ci si diverte nel vedere il punitore nella consueta cafonissima azione senza soluzione di continuità.
Giudice, giuria e giustiziere che con una decente dose di ironia attraversa luoghi oscuri e pericolosi, sfruttando ogni mezzo lecito e illecito per consumare una spietata vendetta. L’idea alla base avrebbe potuto svilupparsi in maniera un po’ meno verticale su Statham, prendendo in considerazione una narrazione con un maggiore respiro, con un Adam Clay più concretamente parte di un’organizzazione governativa. Rispetto al passato non mancano certo gli esempi nel medesimo contesto maranza: uno su tanti lo spassoso The Soldier, da noi genialmente intitolato Executor, action di James Glickenhaus del 1982 con Ken Wahl e Klaus Kinski.
Girato digitale (Arri Alexa 35) a risoluzione nativa 4.6K, è lecito immaginare si sia transitati in 4K giungendo a un master 4K anche dopo l’inserzione degli effetti CGI. Il materiale video è di eccellente fattura, formato immagine originale 2.39:1 (3820 x 2160/24p), codifica HEVC su BD-66 doppio strato. Uno spettacolo tecnico di primissimo piano, con ulteriore risalto elementi in secondo piano e sui fondali, superiore resa anche rispetto all‘edizione statunitense solo HDR-10 per la presenza del Dolby Vision. Neri mediamente profondi, colori vibranti e maggiore precisione sui punti luce per la superiore gestione della dinamica delle stesse rispetto al girato originale.
Dolby ATMOS (7.1, 48 kHz, 4483 kbps, 24 bit) italiano di ottima resa, anche se non a livelli reference si resta pur sempre in un ambito di elevata dinamica, presenza scenica anche dai canali posteriori, ricchezza di elementi che contribuiscono a esaltare l’intera colonna sonora. Dialoghi dal centrale ben contrastati, effetti brillanti, musica e qualche ingaggio del subwoofer a partire dalla prima esplosiva incursione presso i locali di data mining, In tal senso l’intrattenimento non dovrebbe mancare e regalare piacevoli scariche di adrenalina in presenza di un vero impianto Home Theater. Buono ma un gradino sotto il DTS-HD Master Audio 5.1 canali inglese (16 bit).
Incluso secondo disco Blu-ray Full HD con la medesima offerta audio. Purtroppo nessun extra.
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