Ermal Meta diventerà presto papà. Dopo l’annuncio postato sui social insieme alla fidanzata Chiara Sturdà con un post su Instagram in cui mostravano un piccolo maglioncino bianco e un ciondolo, rivelando che la bambina si chiamerà Fortuna, il cantante è stato ospite di Verissimo per confermare la lieta notizia. Ha affermato: “Si chiamerà Fortuna Marì. Con lei inizia il capitolo più bello della mia vita. La sogno tutte le notti ma non riesco a vedere il volto. Lei nascerà a giugno”. Una figlia che ancora deve arrivare ma che già gli ha cambiato la vita, tanto che il nuovo album dell’artista, non a caso, si chiama proprio Buona Fortuna.
La decisione di fare un figlio è arrivata dopo un’esperienza che ha fatto con Chiara: “Non ero pronto a diventare papà, però l’anno scorso abbiamo fatto un’esperienza io e Chiara. Io frequento da qualche anno in Albania una casa famiglia. L’estate scorsa tre bambine hanno passato l’estate con noi. Quando sono andate via abbiamo pianto tutti e due. Lì ho capito il significato di un pezzo di me. Sono state loro che ci hanno portato fortuna. Entrambi avevamo paura ma grazie a loro ci siamo visti con altri occhi ed abbiamo avuto coraggio”.
Se ora Meta è sereno e non vede l’ora di essere papà, sono stati tanti i momenti difficili. Ha infatti rivelato a Silvia Toffanin di aver sofferto, per circa due anni, di attacchi di panico. Un malessere che gli impediva di vivere come avrebbe voluto il successo lavorativo che stava avendo: “Ne avevo un sacco, anche sul palco. Erano gli anni più belli per me dal punto di vista lavorativo, ero riuscito a salire sul palco e avere un sacco di persone. Tutte le sere però salivo in apnea. I primi cinque sei pezzi erano una tortura. Nel 2017 ho fatto 82 concerti e nel 2018 47 e non c’è ne è stato uno in cui non sia stato così. Non puoi farlo vedere alle persone che hai davanti e ogni tanto dopo il concerto scappavo via. Due anni veramente difficili”. Proprio per averli sperimentati in prima persona, ha lanciato un appello ai giovani: “Se vi sentite così non rimanete in silenzio, raccontate quello che avete perché è già metà del percorso. Non sei solo, vedrai che ti libererai se parli con qualcuno. Adesso sto bene, li so gestire”.
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