Diss Gacha ha pubblicato lo scorso 31 maggio il suo nuovo album Cultura Italiana pt.1, con un ospite d’eccezione: Wiz Khalifa. E si tratta di un privilegio non da poco, dato che è il suo primo featuring con un artista italiano. Ma non è finita qui, perché il rapper è anche finito sulla Treccani che ha citato il suo slang, il suo fonosimbolismo, come uno degli aspetti più evidenti nel cambio di registro linguistico, non solo nella musica.
In un’intervista con Fanpage, ha raccontato le sue emozioni riguardo all’uscita del disco. L’accoglienza è stata molto positiva: “Sotto qualsiasi post sull’album non ho trovato commenti negativi. Ed è molto difficile in Italia, soprattutto con chi legge solo gli articoli e magari non ascolta la musica. Credo sia stato apprezzato anche il mio volermi aprire come persona. Ho portato qualcosa di nuovo che mi fa stare bene”.
L’album aveva come obiettivo “portare in Italia qualcosa che non c’era. Basta pensare all’utilizzo dei cori gospel che contraddistingue il progetto, ma anche sfumature diverse nel testo. Ho deciso semplicemente di raccontare me stesso e poi, nello slang, ho voluto utilizzare termini nuovi, anche perché le persone avrebbero potuto stancarsi di ascoltare sempre gli stessi”.
Una strategia che ha pagato, vista la citazione sulla Treccani: “Mi ha reso orgoglioso, mi ha fatto proprio stare bene. Poi mi ha anche aperto un punto di vista diverso, anche perché fino a quel momento avevo la sensazione di essere il solo a esser convinto di ciò che stavo facendo. La citazione mi ha convinto che è il percorso giusto quello che sto facendo ed è poi quel tipo di riconoscibilità che puoi utilizzare in situazioni lontane dalla tua zona di comfort. Tutti vorrebbero aver a che fare con la Treccani, anche perché noi lavoriamo con le parole e questo riconoscimento è qualcosa di incredibile”.
Quanto a Wiz Khalifa: “Ha portato il suono West Coast. È un po’ la cifra del nostro progetto, la musica che mi piace ascoltare. È anche un riconoscimento per il percorso, un segno del lavoro che sto facendo. Magari fino a 5/6 mesi fa, non avrei nemmeno sperato in una cosa del genere”. Una collaborazione che è stata “una trafila lunga, anche perché avevamo dei contatti in comune ma non è sempre immediato. Poi ho ricevuto ottimi feedback da loro sul pezzo. Fa strano per me pensare a una cosa del genere, vengo da un paesino di 10.000 persone”.
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