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Coldiretti: sette su dieci sono bambini tra gli sfruttati nel mondo per produrre cibo

today12 Giugno 2024 34

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Si va dalle banane in Brasile al riso del Myanmar, dalle nocciole della Turchia ai fagioli del Messico, fino ai pomodori della Cina e alle fragole dell’Argentina. Sulla nostra tavola oggi finiscono tanti prodotti alimentari accusati di essere coltivati e ottenuti grazie all’impiego di manodopera minorile. Stando ai dati del Dipartimento del Lavoro Usa, sostiene la Coldiretti, tra coloro che nel mondo vengono sfruttati nei campi per produrre il cibo, sette su dieci sono bambini. La denuncia arriva nella Giornata mondiale contro il lavoro minorile, promossa dall’Organizzazione internazionale del lavoro. che ricorre il 12 giugno.

L’Unione europea ha recentemente cercato di arginare il problema con un regolamento per vietare l’accesso al mercato comunitario alle merci ottenute dal lavoro forzato, che include anche quello minorile. Secondo la Coldiretti, una simile svolta – nella direzione del principio di reciprocità – dovrà avvenire anche negli accordi commerciali stipulati dall’Unione europea: in questi anni, sostiene l’associazione degli agricoltori, le intese avrebbero invece favorito l’importazione agevolata di prodotti agroalimentari ottenuti dallo sfruttamento dei bambini, come il riso del Vietnam o del Myanmar o i fiori dell’Ecuador. Con l’accordo di libero scambio con il Mercosur, formalmente ancora in corso di trattative tra l’Unione Europea e i Paesi sudamericani di Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela, c’è il rischio di ripetere l’errore. Su alcuni dei prodotti alimentari provenienti da questi Paesi gravano pesanti accuse proprio per sfruttamento del lavoro minorile: per l’Argentina esistono diverse segnalazioni sulla produzione di uva, fragole, mirtilli e aglio, mentre per il Brasile le ombre riguardano l’allevamento bovino e quello di polli, oltre alle banane, al mais e al caffè; il Paraguay, infine, ci sono problemi per lo zucchero di canna, i fagioli e la lattuga.

La piaga del lavoro minorile riguarda però anche l’Italia: secondo l’Unicef, nel 2023 si contavano 78.530 lavoratori di 15-17 anni, pari al 4,5% della popolazione totale dei minorenni di quella fascia d’età, in aumento rispetto ai 69.601 del 2022 e ai 51.845 del 2021. Le quattro regioni con la percentuale più alta di minorenni occupati sono Trentino-Alto Adige, Valle D’Aosta, Abruzzo e Marche.

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Scritto da: redazione

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