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Illegalità, dumping dei prezzi sui prodotti derivanti dall’Estremo Oriente, calo dei consumi, crescita dei materiali non compostabili e disinformazione. Sono le problematiche fotografate dal X rapporto sulla filiera italiana delle bioplastiche compostabili presentato a Roma durante il 1° Forum italiano del settore, presso il museo dell’Ara Pacis. “Dobbiamo lavorare assieme perché questa raccolta venga non solo diffusa ma fatta bene, lavorando con tutti gli stakeholder per far funzionare bene il riciclo degli imballaggi compostabili. Intendiamo investire tantissimo nella comunicazione a livello nazionale e globale”. Lo ha dichiarato Marco Versari, presidente di Biorepack. Piatti, bicchieri, posate realizzate in plastica tradizionale sarebbero vietate dalla legge di delegazione europea 2019-2020 ma continuano a essere commercializzati semplicemente perché autodichiarati come “riutilizzabili”. “Come Assobioplastiche quello che stiamo facendo è effettuare dei controlli per quanto riguarda la legalità, abbiamo siglato un protocollo di intesa con biorepack, Assobioplastiche e il Tuv che è il primo passo verso la qualità delle bioplastiche nella raccolta differenziata dell’organico”. Lo dichiara Luca Bianconi, presidente Assobioplastiche. Il legame tra utilizzo dei materiali compostabili, corretta raccolta differenziata dei rifiuti organici e trasformazione in compost non va infatti sottovalutato: da esso dipende la possibilità di vincere le più importanti sfide ambientali italiane ed europee. “Sarà data priorità da parte del ministero ai controlli sul mercato, vogliamo aprire con voi un tavolo per rivedere i codici Ateco o indirizzare a nuove produzioni di prodotti bioplastici. Un tavolo a tutto campo che tocchi tutti i temi per lavorare assieme e difendere questo settore strategico per il nostro Paese”. Lo dichiara Vannia Gava, viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
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