Brian e Michael D’Addario sono due fratelli che hanno messo alle spalle una precoce carriera da attori ed esordito nel 2015 con What We Know, un album di rock psichedelico pubblicato su cassetta in appena cento copie. Tra le note di copertina si leggevano ringraziamenti a genitori, nonni, amici, compagni di band e una curiosa chiusura: “I Lemon Twigs appoggiano con orgoglio la Mrw Wrestling Company, i cui personaggi e le cui storie sono una costante fonte di ispirazione”. L’anno dopo arrivava già il secondo disco, Do Hollywood, in cui i due masticavano la collezione di dischi rock degli anni Settanta di casa per poi risputarla in una chiave glam che nascondeva anche una certa fascinazione per Todd Rundgren. L’ispirazione dei fratelli D’Addario non conosce crisi e tra il 2018 e il 2020 vengono pubblicati due album in studio – Go to School e Songs for the General Public – e uno dal vivo.
Everything Harmony
Ma è con Everything Harmony del 2023 che i Lemon Twigs si prendono le luci della ribalta. La critica è ai loro piedi, affascinata dalle armonie vocali e da un suono retromaniaco catturato in brani scritti in maniera magistrale. Nel 2024 è già la volta di A Dream Is All We Know, il quinto album di un duo che è nel pieno dei suoi vent’anni e ha esordito ormai quasi un decennio prima. Non solo talento e giovinezza, i Lemon Twigs fondano anche un nuovo genere che, giurano, prenderà piede molto presto, il merseybeach. È un geniale escamotage che unisce il suono Merseybeat, quello dei gruppi beat di Liverpool, la città britannica attraversata dal fiume Mersey, a quello californiano dei Beach Boys.
A Dream Is All We Know è stato registrato in analogico nello studio dei fratelli D’Addario, che, come di consueto, hanno anche provveduto a suonare tutti gli strumenti presenti nell’album. Un album che si lascia alle spalle la malinconia del precedente episodio discografico e si riconnette alle atmosfere di Do Hollywood, a partire dall’influenza di Rundgren evidente nel brano che da il nome al disco. Sul finale, affidato a Rock On (Over and Over), si riflette lo scintillio glam di Marc Bolan, mentre in In The Eyes of the Girl, prodotta da Sean Ono Lennon, che suona anche il basso, riecheggiano i Beach Boys. “Col tempo spero di poter mostrare a tutto il mondo l’amore che ho in mente”, recita un verso del nostalgico brano di apertura My Golden Years, che si regge su di una chitarra a dodici corde piena di nostalgia per il tocco di George Harrison. La perla acustica I Should’ve Known Right From the Start si colloca all’opposto di If You and I Are Not Wise, in cui si fa largo un power pop assorbito dai Byrds. L’atmosfera psichedelica di They Don’t Know How To Fall Into Place prende forma dal barocco lisergico dei Left Banke.
Parlando dei fratelli D’Addario si finisce sempre con una rassegna di 45 giri degli anni Sessanta e Settanta, ma la loro musica non è semplice revivalismo. Più uno sguardo al passato per ricamare ottime canzoni con cui affrontare uno sconfortante futuro.
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