Il sesto episodio del podcast 2046 vede protagonisti Emma Marrone e Jake La Furia, due colossi della musica italiana. In una conversazione aperta e sincera, i due artisti discutono di discografia, nuove tendenze musicali, l’influenza dei social media e condividono aneddoti personali, rivelando anche qualche confessione inaspettata.
Emma, cantautrice di successo da oltre 15 anni, e Jake La Furia, membro fondatore del leggendario gruppo rap Club Dogo e prossimo giudice di X Factor, si sono seduti al microfono di Fabio Rovazzi e Marco Mazzoli per una chiacchierata senza filtri. Entrambi hanno offerto prospettive uniche e sincere su temi rilevanti del panorama musicale contemporaneo.
Emma ha raccontato come i numerosi cambiamenti nel settore discografico non l’abbiano mai spiazzata. Al contrario, questi mutamenti le hanno permesso di rigenerarsi e reinventarsi continuamente: “A me questo continuo cambiamento non mi ha spiazzato, mi ha dato la possibilità di rigenerarmi, di reinventami e ricrearmi e anzi in questo periodo personalmente complicato, sto vivendo uno dei momenti più floridi della mia carriera”.
Jake La Furia ha espresso un punto di vista diverso, sottolineando l’ansia da prestazione che affligge molti giovani artisti: “E’ vero che Spotify fa la classifica e TikTok fa la promozione ma non sempre questo dato rispecchia la realtà. Ci sono fior fior di artisti che non sono nella top50 eppure sono amatissimi e fanno tour negli stadi. E’ inutile per un artista della mia età farsi il sangue amaro per essere competitivo. L’importante è avere una buona fanbase e un circuito live che ti permette di esibirti per mantenere il tuo pubblico. Se riesci in questo intento non sei più schiavo della performance e non hai più l’ansia della competizione”.
Emma ha parlato della necessità di non associare le problematiche sociali a un singolo genere musicale. Secondo lei, è importante distinguere il genere da ciò che una persona è nella vita reale: “Diamo etichette troppo facilmente, poi però quelli che mi scrivono devi morire sui social hanno le foto dei gattini e di Padre Pio. Va bene il politically correct però fino ad un certo punto”.
Jake La Furia ha ribadito che non esistono testi educativi o diseducativi di per sé. Ogni genere musicale ha il suo linguaggio e sta alle famiglie educare i giovani a interpretare i testi: “I genitori in casa devono dare ai propri figli gli strumenti per capire, interpretare e rielaborare”.
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