Nell’ultimo periodo Microsoft si sta divertendo molto nello spingere in modo aggressivo gli utenti a usare i suoi software e servizi, soprattutto quelli che fanno parte di Windows. Generalmente cerca di stare un pochino in equilibrio sulla linea di confine con il molesto, ma a volte la scavalca piuttosto nettamente, per poi fare marcia indietro quando arriva l’inevitabile pioggia di critiche. L’abbiamo visto con Edge a più riprese, e l’abbiamo visto anche recentemente con Recall, la funzionalità che avrebbe dovuto essere la grande novità dei Copilot Plus PC.
Dagli Stati Uniti arrivano ora segnalazioni relative a OneDrive, il servizio di cloud storage concorrente di Google Drive e Dropbox integrato in Windows: se finora il backup automatico di file e documenti era opzionale, ora è attivo per default. In genere il sistema operativo chiede all’utente se vuole attivare il backup durante la prima configurazione di un PC, ma ora la relativa schermata non c’è più, e il nuovo default è: attivo.
Effettuare il backup dei propri documenti su OneDrive è tutt’altro che una funzione scomoda, ma ciò non toglie che ad alcuni utenti possa non piacere, anche per questioni di privacy. Peraltro, se non sono esperto e non conosco bene il servizio, non so che cosa sta finendo online e cosa no, quali cartelle sono interessate dal backup e così via. Non c’è assolutamente nessun vantaggio in ottica esperienza d’uso nello spingere questa opzione, ma c’è chiaramente un vantaggio economico per Microsoft. Se lo spazio gratuito finisce (il che può succedere piuttosto in fretta se, appunto, l’utente non sa con precisione come funziona il servizio e mette file molto pesanti nella cartella sbagliata), c’è l’opportunità per convincere l’utente a ottenerne altro a pagamento.
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