Tornano domani sera, alle 21.30, nei Giardini della Filarmonica Romana gli spettacolari tamburi giapponesi con la formazione dei Munedaiko in un concerto realizzato in collaborazione con l’Istituto Giapponese di Cultura in Roma. “Il suono e la vibrazione del Taiko sono in grado di scuotere le fondamenta del cuore umano. Se ascoltiamo attentamente, il nostro stesso cuore batte in modo ritmico”, così racconta il percussionista Mugen Yahiro che ha fondato il gruppo Munedaiko nel 2014 insieme ai suoi due fratelli Naomitsu e Tokinari Yahiro, con l’intento di promuovere e valorizzare lo strumento in Italia e in Europa, e diffonderne la pratica.
Quella del taiko è musica ancestrale, le cui prime origini risalgono a circa 2mila anni fa, spesso usato in battaglia per intimorire e spaventare i nemici. Oltre all’aspetto marziale, è sempre stato utilizzato in contesti popolari, culturali, religiosi e spirituali. Trovava spesso parte in cerimonie religiose sia buddiste che shintoiste, una tradizione che è perdurata fino ai nostri tempi. Nella credenza popolare giapponese si dice che con la sua vibrazione sia in grado di purificare l’ambiente in cui viene suonato scacciando i demoni o le impurità che lo abitano. Nei villaggi le feste venivano celebrate con il suono del tamburo, la gente lo suonava per rallegrare ed elevare lo stato d’animo.
È da queste feste che si sono sviluppati gran parte dei ritmi tradizionali, fonte di ispirazione per tutti i percussionisti di taiko moderni. Lo scopo di chi ‘pratica’ il taiko, con un severo allenamento, è quello di far risvegliare, sviluppare e manifestare la propria forza interiore, creando una condizione di armonia nel corpo, nel cuore e nella mente e condividerla con chi gli è vicino. La postura, il movimento e la concentrazione sono fondamentali. “Bisogna focalizzarsi su come si muove il corpo per arrivare a colpire il tamburo, liberare la mente per sentire il suono e risuonare con la vibrazione per entrare nel ritmo”, conclude Mugen Yahiro.
La giornata si apre in Sala Casella (ore 20) con l’ultimo incontro di ‘Intorno a un libro’ dedicato al libro di Carlo Boccadoro Bach e Prince. ‘Vite parallele’ (Einaudi, 2021), che vedrà l’autore dialogare con Emanuele Franceschetti, affidando gli interventi musicali al violoncellista Enrico Dindo, anche direttore artistico della Filarmonica, che eseguirà in uno dialogo fra passato e presente la Suite n 1 per violoncello solo BWV 1007 di Johann Sebastian Bach e Dalla memoria dello stesso Boccadoro.
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