A capo del prestigioso Istituto Mario Negri, il medico parla delle sue scelte settimanali a tavola. Niente miracoli, ma le “mosse giuste”. Eccole
di FoodCulture
Premessa, che ripetiamo spesso e volentieri: FoodCulture non è un canale che si occupa di diete che devono essere prescritte da nutrizionisti, dietologi e diabetologi. Ma tiene il punto sulla necessità di imparare a mangiare nel modo che più aiuti il corpo e la nostra salute. Molto si può fare con le scelte alimentari, per evitare di prendere farmaci a cominciare dall’insulina. Da questo punto di vista, è molto interessante la testimonianza di Silvio Garattini, re dei farmacologi italiani, oncologo e presidente dell’istituto di ricerca Mario Negri. Un arzillissimo ed efficiente 95enne che non fa che spiegare quanto il suo buon mangiare sia stato fondamentale nel suo percorso di buona salute.
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La dieta dei centenari e le cinque “zone blu” della Terra
Niente miracoli ma scelte intelligenti
Silvio Garattini continua a tenersi lontano dai farmaci ogni volta che può “a meno che non siano davvero necessari”, come ha confermato anche di recente in una intervista al quotidiano La Repubblica. Le medicine servono e possono essere fondamentali e insostituibili, ma moltissimo si può fare per non arrivare a condizioni patologiche. La dieta, nel senso di scelte alimentari settimanali, è il cardine di una buona vita. Ma cosa mangia il farmacologo 95enne? Queste le sue abitudini: “Due biscotti…a colazione. A pranzo nulla, a volte una spremuta di frutta. Dopo cena mi alzo da tavola con un leggero senso di fame, come consigliavano i nostri nonni. Carne rossa o alcol…raramente”. Niente zuccheri? Non proprio: “Nel caffè un cucchiaino di zucchero lo metto volentieri. Nessuna privazione, mangiare poco diventa presto un’abitudine. Infatti al ristorante non riesco quasi mai a finire il piatto”.
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Il mito della “Blue Zone”
Quindi: alimentazione semplice, bilanciata, genuina, senza esagerare con carni, grassi, zuccheri. Torniamo sempre lì. Ma bisogna tenere conto che questo è il modo di mangiare di una persona molto anziana, un ultranovantenne. Ovviamente nel caso di persone più giovani, di adolescenti e bambini le cose cambiano. Ma sempre alla larga dal junk food, dai cibi ultraprocessati e dall’eccesso di zuccheri industriali. Poi conta il resto: una sana attività fisica, i rapporti di comunità, gli interessi che tengono vivi e attivi sia a livello mentale che fisico. A ben pensarci, sono i tratti che accomunano gli ultracentenari delle cosiddetto cinque Blue Zone del pianeta, oggetto di studio come se fossero dei luoghi magici del pianeta. Basterebbe mantenere sane abitudini, detto che niente può garantire una vita longeva e in piene condizioni di efficienza. Ma molto la può favorire.
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