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Le Vie dell’amicizia a Lampedusa, messaggio di speranza

today5 Luglio 2024 18

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(ANSA) – ROMA, 05 LUG – È scoperta, scambio, dialogo, libertà
il Mediterraneo, il “mare in mezzo alle terre” che unisce sponde
apparentemente lontanissime; ma per molti – sempre troppi – è
una speranza che scompare sotto le onde, il sogno di una vita
migliore che si fa tragedia. Ravenna Festival quest’anno dedica
al dramma dei migranti la XXVIII edizione de Le vie
dell’Amicizia. Riccardo Muti dirige i concerti a Ravenna (Pala
De André, 7 luglio) e Lampedusa (Teatro naturale della cava, 9
luglio), il cui cuore è lo struggente Stabat Mater che Giovanni
Sollima ha composto su versi di Filippo Arriva in antico
siciliano. L’anta centrale del trittico dell’Amicizia è lo
spettacolo Non dirmi che hai paura (Teatro Alighieri, 8 luglio),
che porta in scena la storia della velocista somala Samia Yusuf
Omar, fra coloro che hanno perso la vita in fuga da guerra,
povertà e carestie. Così il progetto Le vie dell’Amicizia, che
fin dal primo e ormai storico concerto a Sarajevo nel 1997
disegna ponti di fratellanza e promuove il dialogo attraverso il
linguaggio universale della musica, ci invita a riflettere sulla
storia condivisa del Mediterraneo.
Per lo Stabat Mater, all’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e
al Coro della Cattedrale di Siena Guido Chigi Saracini preparato
da Lorenzo Donati si uniranno il controtenore Nicolò Balducci,
Lina Gervasi al theremin e lo stesso Sollima. “Comporre uno
Stabat Mater significa misurarsi con la descrizione del più
grande dei dolori, quello di una madre che piange il figlio
morto, come i tanti figli che ogni giorno muoiono nel nostro
mare – spiega Giovanni Sollima – Era il 2021 quando è stato
eseguito per la prima volta, sotto la mia direzione, a Catania.

Eppure, il vero artefice di questa composizione è Riccardo Muti:
è lui che, dopo aver letto il testo di Filippo Arriva, gli ha
consigliato di rivolgersi a me per metterlo in musica”. Il
violoncello che Sollima suonerà per il suo “cameo” è stato
realizzato, al pari di altri strumenti ad arco in orchestra, nel
carcere milanese di Opera con il legno di barconi naufragati,
un’iniziativa della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti
che li ha messi a disposizione per l’occasione: “Legno che non
viene neppure ridipinto – sottolinea Sollima – dando vita così a
uno straordinario cromatismo, che con passione e amore riescono
a far vibrare in strumenti che sanno raccontarti una storia. Una
storia che abbiamo il dovere di ascoltare”.
Il programma musicale si apre con Līmen | Samia | līmen,
composizione elettroacustica commissionata dal Festival ad
Alessandro Baldessari – che firma le musiche originali e gli
arrangiamenti dello spettacolo Non dirmi che hai paura – e
orchestrata da Claudio Cavallin. “È nata velocemente, scritta
quasi di getto partendo da frammenti di suoni dello spettacolo –
racconta Baldessari – Mi sono chiesto come sono stati gli ultimi
momenti di Samia, quando si è scontrata contro un confine
invisibile tracciato in mezzo al mare. Līmen si posiziona in
quel luogo di transizione. È un respiro che dura un tempo
indefinito, preso sulla linea sottile tra il mare e l’aria.
Un’espansione e uno sfogo di rabbia e amarezza, di nostalgia e
infine di pace”. Sull’accordo finale dell’ultimo movimento dello
Stabat – “Ninna nanna ò” – si leveranno invece ninne nanne in
idiomi diversi, dal salentino all’ucraino, intonate dalle voci
femminili del Coro a Coro di Rachele Andrioli (a Ravenna
arricchito da donne della città). È invece alla sola cantante
palestinese del gruppo che è affidata la preghiera tradizionale
araba dedicata alle madri, dopo la quale il coro chiuderà il
concerto con una selezione di “canti migranti” della tradizione
italiana e non, ma anche brani firmati dalla stessa Andrioli e
Todo cambia di Julio Numhauser.
Appena venti chilometri quadrati, Lampedusa. Eppure
quest’isola, primo lembo d’Europa, riassume in sé tutte le
tragedie e insieme le speranze di viaggi che nessuno
affronterebbe se la prospettiva di rimanere non fosse peggiore.
Riccardo Muti sarà nel Teatro naturale della cava di Lampedusa,
emblema di una ferita grande quanto il mare; un appello perché
il Mediterraneo ritrovi la sua vocazione a unire piuttosto che a
dividere. Sull’isola sarà coinvolta anche la Banda
dell’Associazione culturale musicale Lipadusa, diretta da
Gaetano Palmeri.
Il progetto è organizzato con il sostegno del Ministero della
Cultura, della Regione Emilia-Romagna e di Siae, in
collaborazione con RAI Cultura che riprenderà il concerto a
Ravenna e lo integrerà con immagini da Lampedusa per
trasmetterlo su Rai 1 (8 agosto), con il patrocinio del Comune
di Lampedusa e Linosa e la collaborazione di AST Aeroservizi,
Croce Rossa Italiana e INMP – Istituto Nazionale per la
promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il
contrasto delle malattie della Povertà. (ANSA).
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Scritto da: redazione

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