Si è spento a 90 anni il distillatore e imprenditore friulano che ha trasformato un prodotto povero e clandestino in eccellenza internazionale. La storia
di FoodCulture
In principio era la sgnapa, povera, contadina, sottovalutata, considerata roba da bere per chi non poteva permettersi qualcosa di meglio, e spesso prodotta in semiclandestinità. Poi arrivò la rivoluzione di Benito Nonino e della sua inseparabile compagna di vita Giannola. Da quel momento grappa è diventato il nome di un’eccellenza, e il metodo innovato da Nonino è stato prima imitato da tutti i più prestigiosi produttori italiani, poi dal resto del mondo. Questo per dire chi abbiamo perso nella notte dell’8 luglio 2024. Benito Nonino si è spento a 90 anni, portandosi appresso la sua leggenda e lasciando tutto il suo know how agli eredi e ai molti che hanno seguito la sua scuola.
50 anni fa la rivoluzione
Furono Benito e Giannola Nonino a puntare tutto sulla distillazione controllata di grappa di monovitigno. Nasceva così la Monovitigno Picolit, eccellenza con dentro tutto l’orgoglio friulano dei Nonino che presentavano un prodotto alcolico nelle migliori fiere, ai meeting mondiali, dentro i ristoranti che contano. Smetterla con le distillazioni grossolane, con quelle bottiglie anonime, da osteria, da seppellire sotto terra per sfuggire alla Legge e anche a controlli più rigorosi su tasso tannico, alcolico e presenza di etanolo. La distillazione diventava una scienza sapiente, come quando si taglia un diamante grezzo. E Nonino è diventato un mito internazionale imitato ovunque nel mondo. Quanto fosse chiara e lucida la coscienza del rapporto fra produzione e tutela del territorio lo dimostra anche il prestigioso premio Nonino Risit d’Aur (detto anche Barbatella d’oro) con cui ogni anno la famiglia Nonino premia il miglior vignaiolo per qualità dell’impianto, della produzione e protezione della biodiversità. Anche quando costretto sulla sedia a rotelle, Benito Nonino continuava a supervisionare laboratorio e azienda, la sua scomparsa lascia tanta arte della distillazione nelle mani di quattro donne: la nipote Francesca e le figlie Antonella, Cristina ed Elisabetta.
Ritratto di Franz Haas, ribelle indomabile del vino fino alla sua scomparsa. Ascolta il podcast
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