di Askanews
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Monopoli, 22 lug. (askanews) – La musica d’autore è protagonista insieme al mare a “Porto Rubino”, il festival itinerante ideato da Renzo Rubino che fa un bilancio della sesta edizione appena conclusa.”Il festival è andato benissimo, ormai è diventato un appuntamento fisso, i pugliesi lo hanno accolto, lo vivono, tutte le date sold out, tutti contenti, quindi è molto difficile mantenere nel tempo questo spirito da trattoria, il fatto di non essere un festival pettinato, ma di essere un festival per le persone, ci siamo riusciti anche quest’anno poi credo che le persone si siano divertite”.La caratteristica principale di questo festival tra terra e mare è che gli artisti cantano in acustico su barche ancorate nei porti pugliesi.
Tutto questo nasce da un’intuizione di Renzo. “Lo spirito di Porto Rubino è decisamente l’accoglienza. Il Festival si fa in un porto che è un luogo di grande diversità e multirazziale. Qualche anno fa c’era questa storia dei porti chiusi, bisognava tenere i porti chiusi. Io ho la mia barchetta in un cantiere navale, per questo mi sono chiesto: ma come è possibile che bisogna chiudere i porti che sono un luogo veramente pieno di vita e pieno di diversità. Per questo poi abbiamo artisti sempre diversi tra di loro anche come approccio musicale ed è bello che possano stare insieme ed essere coinvolti in un luogo così. Per questo gli artisti devono adattarsi, devono adattarsi a quello che è il mare, che è la barca, è come quando si va per mare, sai che non puoi sprecare l’acqua potabile, che devi stare attento a tutto. Gli artisti sono attenti e rispettosi e sanno che devono venire in acustico, che devono rivoluzionare le loro schede tecniche e si adattano, lo accettano”.La sesta edizione ha visto le serate divise per temi: Poeti, Pirati, Sirene, Rosa dei Venti, ogni artista salito a bordo ha portato la sua storia e si è messo in gioco fino in fondo. L’appuntamento è ovviamente all’anno prossimo. “Tutti sono così, appena vedono la barca e il mare tornano bambini, Piero Pelù si è buttato in mare, Nada che soffre la barca si è messa anche a ballare, insomma è come se tutti i problemi non ci fossero più una volta saliti sul caicco”.
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