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Ambiente

Agrifood, la filiera del cibo vale il 10% del Pil. Le nuove competenze al centro del cambiamento.

today25 Luglio 2024 27

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L’agroalimentare italiano è in una fase di grande espansione e innovazione. Il 2023 s’è chiuso con un +6,7% del fatturato rispetto all’anno precedente. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti relativa ai dati Istat sul fatturato annuale dell’industria, e a questo risultato ha senza dubbio contribuito il boom dell’export arrivato al valore record di 64,4 miliardi di euro, con un incremento del 6% (Sace).

Per comprendere quali siano i punti di forza alla base di tale capacità di crescita e resilienza del comparto simbolo del Made in Italy, il cui volume di export è assorbito per due terzi dagli altri Paesi Ue, è utile metterne a fuoco le principali caratteristiche. Il settimo Censimento generale dell’Agricoltura dell’Istituto di Statistica ci dice che il cuore del valore aggregato di una filiera che nel 2022 ha superato i 580 miliardi di euro, pari a un quarto del Pil (Coldiretti), è costituito da oltre un milione e 133mila aziende agricole che utilizzano una superficie (Sau) pari a 12,4 milioni di ettari; che con 10,9 ettari medi per azienda, l’Italia è uno dei Paesi europei con la dimensione media più bassa (la media Ue è di 17,4 ettari per azienda). E ancora, che è aumentato il numero delle aziende agrituristiche: nel 2022, erano a quota 25.849, il 45,9% in più rispetto al 2007. Inoltre, sono cresciute le aziende guidate da un laureato (dal 6,2% al 9,9%), quelle che vendono il 100% della produzione (dal 19,2% al 36,7%), le aziende informatizzate (dal 3,8% al 15,8%) e infine aziende con almeno un’attività connessa (dal 4,7% al 5,7%). Specchio di una volontà di puntare sul tech e sull’innovazione, sempre più richiesti.

Agrifood, la filiera del cibo vale il 10% del Pil. Le nuove competenze al centro del cambiamento.

A ciò si aggiunga che le imprese agricole under 35 si sono ridotte molto meno, in termini relativi, rispetto alle pari età dell’industria alimentare, della ristorazione e dell’economia nel complesso, un dato che indica una ulteriore opportunità di crescita del settore proprio attraverso lo sviluppo dei tanti mestieri che ruotano intorno al food, indicazione confermata anche dall’aumento della richiesta di competenze specialistiche in questo campo (Rapporto Giovani 2024 Rete Rurale). E sono proprio i giovani a poter giocare un ruolo chiave, attraverso la scelta fra le tante e diverse professioni da interpretare in modo nuovo, da quelle più tradizionali a quelle ancora da immaginare. E con l’introduzione di nuove idee e soluzioni frutto della combinazione di nuove conoscenze con quelle che già sono presenti nel sistema. Tutto ciò presuppone una rivoluzione del Foodsystem orientata al 5.0, che non sia solo applicazione massiccia di tecnologie al sistema di produzione, distribuzione e consumo del cibo, ma piuttosto un nuovo paradigma che vede nelle tecnologie la possibilità di inventare soluzioni diverse e più sostenibili, lungo tutta la filiera del cibo.

L’Italia ha tutti gli ingredienti per l’agrifood del futuro
La ricerca della sostenibilità come ingrediente essenziale del food, è ormai diffusa non solo nel consumo quotidiano, ma anche come parte dell’esperienza che ad esempio ci aspettiamo da un viaggio alla scoperta di una località o di un Paese. Una conferma di tale tendenza arriva anche dall’ottavo Forum Mondiale del Turismo Gastronomico, che concorda nell’assegnarle un ruolo centrale nella promozione di coltivazioni responsabili, nella protezione della biodiversità e nella riduzione delle emissioni ambientali, favorendo lo sviluppo di comunità locali prospere, capaci di proteggere il proprio patrimonio agro-alimentare e le proprie tradizioni, convertendosi nel motore della crescita e della diversificazione dei territori. In sostanza l’agrifood si conferma un settore-chiave per la qualità del cibo e quindi per la salute pubblica, per i territori, per le comunità. Tutti fattori di attrazione connessi all’enogastronomia che sono già da tempo importanti driver dello sviluppo economico e sociale di molte aree rurali italiane, dove le produzioni locali hanno tra l’altro l’effetto di contrastare la tendenza allo spopolamento attraverso la creazione di opportunità lavorative e di vita per i giovani (Ismea-RRN). Non a caso nel 2022 l’Italia è il Paese con il maggior numero di alimenti certificati DOP e IGP, e già nel 2020 è il primo per valore aggiunto nell’agricoltura.
Come confermano i diversi indicatori citati, tra i punti di forza dell’agrifood italiano, sia in termini qualitativi che quantitativi, c’è proprio la dimensione relativamente piccola delle aziende, oltre a una diffusa presenza di attori giovani, naturalmente orientati a declinare l’attività d’impresa nel segno della green economy, fatta di innovazione di prodotto e di processo, nutraceutica, di innovazioni dei materiali. Oggi è quindi fondamentale investire sull’acquisizione del giusto know how, indispensabile per fare impresa e crescere in un settore altamente competitivo e in profonda trasformazione, dove la chiave vincente è saper coniugare la tradizione e le tecnologie per inventare soluzioni diverse, più sostenibili lungo tutta la filiera del cibo.

Sostenibilità e innovazione per fare impresa nel Foodsystem 5.0
Fra le esperienze di formazione più accreditate c’è senz’altro la Summer School di Agrifood Future, in programma a Salerno dall’8 all’11 settembre 2024. Nell’ambito della seconda edizione di Agrifood Future evento nazionale promosso da Unioncamere e dalla Camera di Commercio di Salerno come momento di confronto intorno ai temi del “Farm to Fork” e dell’agenda Onu 2030, la seconda edizione della Summer School si propone anche quest’anno quale laboratorio di idee e azioni per futuri imprenditori e innovatori del settore agroalimentare. Durante il corso, che prevede anche l’accesso a borse di studio, vengono forniti strumenti specifici e realizzate attività interattive per promuovere una cultura d’impresa volta alla sostenibilità e con una forte vocazione sociale. I partecipanti hanno l’opportunità di approfondire il concetto di Foodsystem 5.0 e di esplorare come questo modello possa essere applicato attraverso un progetto di impresa. Workshop, discussioni guidate da esperti e simulazioni, permettono di sviluppare competenze e conoscenze per avviare imprese che non solo producono cibo, ma che siano agenti attivi di cambiamento positivo nel sistema agroalimentare. La Summer School è nata infatti anche per favorire il dialogo e la collaborazione tra i partecipanti e gli attori chiave del settore, compresi istituzioni, imprenditori, associazioni, agricoltori e cittadini, per costruire insieme un futuro alimentare più sostenibile e inclusivo. Il programma formativo è frutto della collaborazione con Rete, attraverso l’Hub di Salerno – progetto promosso dal Dipartimento per le politiche giovanili del ministero dello sport e da Invitalia – e con la task force di Rural Hack. Quest’anno è prevista la partecipazione di Google, protagonista del tema IA per il Made in Italy nel sistema dell’Agrifood

(Per approfondimenti sulla Summer School https://www.agrifoodfuture.eu/summer-school-2024/ )

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Scritto da: redazione

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