Il 2024 è stato l’anno d’oro di Sydney Sweeney, come attrice, produttrice e volto di importanti campagne promozionali. Eppure l’attrice è insoddisfatta e ansiosa, perché a Hollywood oggi tutto è precario.
Nell’estate del 2022 una polemica esplose in seno a Hollywood, rendendo popolare il termine “nepobaby” (i figli del nepotismo). Lunghi editoriali delle riviste del settore misero insieme liste infinite di interpreti, registi e sceneggiatori tutti imparentati con i pezzi grossi degli studios, abituati sin dalla più tenera età a frequentare set e chiamare per nome chi poi avrebbe deciso quali figure scritturare per i ruoli più importanti dell’annata. L’apice di questo scandalo in cui l’America si (ri)scopriva classista quasi quanto i cugini anglofoni del vecchio continente fu la criticatissima copertina del New Yorker che accompagnava un lunghissimo speciale dedicato (che, più tardi si scoprì, portava la firma di un nepo baby giornalista).
A due anni di distanza in pochi ricordano che l’intera questione nacque da un’intervista di rara onestà e pragmatismo rilasciata dalla giovane attrice Sydney Sweeney per un profilo a lei dedicato del The Hollywood Reporter in cui confessava di non riuscire a dormire la notte, colta dall’ansia, dagli attacchi di panico. Sweeney fu travolta dalle polemiche: ma come, non ha neanche 30 anni, ha appena centrato 2 nomination agli Emmy (per le serie Euphoria e The White Lotus), è l’ambasciatrice di molte case di bellezza, si è appena comprata una villa milionaria a Los Angeles e si lamenta?
La successiva polemica eclissò come Sweeney, numeri alla mano, aveva messo il dito su una questione dolentissima a Hollywood: lo svantaggio di chi non ha una famiglia danarosa o ben connessa alle spalle. Nel primo picco di carriera, Sydney dichiarò che da sempre voleva diventare mamma da giovane, ma uno stop di 9 mesi o più non le avrebbe permesso di pagare i professionisti necessari a lavorare con gli studios. I post promozionali su Instagram? Necessari per poter pagare lo stuolo di persone che ti aiutano a essere una giovane star a Hollywood:
Vengo pagata come una star di livello, ma devo dare il 5% di ogni compenso al mio avvocato, il 10% ai miei agenti, il 3% o simili a il mio manager. Ogni mese devo pagare la mia pubblicista, per un importo più alto del mio mutuo.
Sydney Sweeney, la star milionaria che ha conosciuto la povertà
Sydney Sweeney è realista, consapevole delle dinamiche di classe e del potere del denaro in quel di Hollywood, di quel privilegio di giovane milionaria che può franare da un momento all’altro. Nel suo passato ci sono stati momenti poco rosei, dal punto di vista economico. Nat nel 1997 nello stato di Washington, figlia di un avvocata e di un operatore turistico, Sweeney si è trasferita a Los Angeles a 13 anni con la famiglia, vivendo sulla propria pelle i costi di vita proibitivi losangelini. Mentre il matrimonio dei genitori crollava, gli Sweeney vivevano in una stanza in un motel: lei dormiva con la madre, il fratello con il padre.
Educata in una rigida scuola d’impronta religiosa, l’adolescente Sweeney è una sportiva incallita, prova ogni disciplina disponibile. È studiosa, impara il russo e lo spagnolo, perfezionato quando suo padre si trasferisce in Messico. Arriva il pallino della recitazione e l’adolescente comincia a sottoporsi al valzer dei provini, convinta che se guadagnerà abbastanza potrà comprare una casa ai suoi e rimettere insieme i pezzi del matrimonio dei genitori. Sono i sogni di una teenager che per convincere mamma e papà della bontà della sua carriera recitativa, gli presentò un business plan quinquennale.
La giovane Sydney, che tutti chiamano Syd, è l’opposto dalla party girl che interpreterà in Euphoria: non frequenta feste (ma va a riprendere in macchina le amiche che la chiamano all’alba), non beve alcolici e nemmeno caffè. Il suo drink d’elezione è l’acqua. S’impegna, non dice no a nessun ruolo, inanellando una serie infinita di comparsate: 90210, Criminal Minds, Grey’s Anatomy, Pretty Little Liars.
Da Tarantino a Euphoria, passando per infinite comparsate
Si fa notare in qualche horror, atterra un ruolo in un film con un nome prestigioso quando entra nel cast di Once Upon a Time in Hollywood di Quentin Tarantino. A 18 anni però sul conto in banca ha 800 dollari, pur lavorando a tempo pieno.
La prima svolta arriva con un piccolo ruolo di Sharp Objects, al fianco di Amy Adams, che sulla questione figli già la rassicura. Sydney piace ai responsabili della serie, si scrivono per lei più scene. Al casting di Euphoria invece non viene nemmeno presa in considerazione: poco adatta, pensa il responsabile. Sweeney si fa dare dalla propria agente il copione e fa da sé. Gira un filmato mentre mamma le legge le battute e lei interpreta Cassie Howard, l’adolescente sexy così insicura e complessata nel suo rapporto col padre da finire nelle braccia di tutti i ragazzi sbagliati. Manda il provino direttamente al team della serie, viene immediatamente scelta.
Sydney Sweeney ottiene con ruolo quel riconoscimento e quel plauso critico che la proiettano nella serie A di Hollywood. Nel frattempo si fa notare anche in un’altra serie HBO. In The White Lotus interpreta il ruolo di un’adolescente insopportabile ai ferri corti con la madre.
Sydney Sweeney è l’antitesi di Zendaya
La seconda stagione di Euphoria – nel frattempo diventato la super hit della generazione Z – vede cristallizzarsi il suo ruolo di antitesi dell’altra star lanciata dalla serie, Zendaya. La collega ha una precisa clausola nel proprio contratto che impone di non girare scene di nudo, di limitare quelle d’intimità. In un momento in cui Hollywood si riscopre abbondantissima, in Euphoria Sweeney si presta a una serie di scene di nudo molto esplicite e persino angoscianti,che le regalano però la nomination agli Emmy in cui nemmeno l’emittente HBO sembrava troppo credere. Chiusa nel bagno dopo aver avuto una liaison con il ragazzo di una cara amica, Sydney piange disperata e in pieno panico quando l’altra bussa arrabbiata alla porta e la minaccia. Il suo talento espressivo e drammatico, frutto di una scelta in controtendenza e rischiosa la consacrano.
A poco più di 25 anni, appena la fama e il denaro glielo consente, fonda la sua casa di produzione nel pieno del COVID e la chiama Fifty-Fifty Films. La sua situazione economica la costringe a fare da ambasciatrice di case di bellezza, ad accettare ruoli nell’universo Marvel in cui non avrà alcuna voce in campo decisionale (vedi il disastroso Madame Web). Scelte a cui è obbligata, ma da cui tira fuori le risorse per cominciare ad avere voce in capitolo.
Il 2024 è stato l’anno d’oro di Sweeney, nonostante Madame Web
A differenza degli studios, crede nel potenziale della commedia romantica e ne produce una: Tutti tranne te.
È lei tra l’altro a scegliere Glen Powell come protagonista maschile e Will Gluckcome regista Insieme i tre decidono di rischiare: si va in sala, non su piattaforma, ci si mette in gioco, anche con le scene di nudo, anche con un’infinita promozionale sui social e qualche studiata paparazzata per far sorgere il dubbio che ci sia del tenero fuori dal set.
Il film parte così così al botteghino ma diventa una sleeper hit, ovvero un successo silenzioso, merito del passaparola. Sydney Sweeney viene sommersa di copioni di commedie romantiche, a cui vorrebbe tornare, magari al fianco di Powell, altra star che ha faticato parecchio per arrivare dov’è oggi, nel 2024.
Sempre nel 2024 arriva al cinema un altro film che ha prodotto, un horror. Ancora ragazzina, Sweeney aveva fatto un provino per il ruolo della giovane suora Cecilia in Immaculate. Il progetto però non va in porto, la sceneggiatura rimane in un cassetto per dieci anni. Sweeney crede nella storia, ne acquista i diritti, si fa riscrivere il film dallo sceneggiatore originale affinché il ruolo da protagonista sia adatto alle sue esigenze e alla sua età. Per la regia sceglie Michael Mohan, con cui aveva già collaborato in passato. Si gira in Italia, si punta su colleghi che piacciono all’attrice, che in un mondo di pugnalate alle spalle crede nel sostegno reciproco (e mantiene la sua prima agente anche dopo aver raggiunto sul successo). Questa performance le vale un buon plauso critico, specie considerando che la scena di chiusura (da brividi) finita nel montaggio finale è stata girata al primo ciak, con un buona la prima.
Ora nelle sale italiane c’è Reality, film targato HBO interamente basato sulle trascrizioni degli interrogatori dell’FBI a Reality Winner, colpevole di aver fatto trapelare importanti informazioni segrete dell’intelligence statunitense. Questi testi vengono recitati, quasi letteralmente, per l’intera durata del film, che si aggira quasi nel territorio del crime documentaristico.
In una singola annata Sydney Sweeney ha dimostrato di essere una produttrice con fiuto, un volto perfetto per le sofferte performance horror, un’interprete capace di essere credible in generi e ruoli differenti.
Sydney Sweeney ha ancora un futuro incerto
Una giovane star lanciata, che ancora non può fermarsi. Che rivendica, fiera, che nelle scene di nudo è a suo agio e continuerà a farle, laddove tantissime colleghe dichiarano l’esatto opposto. D’altronde Sweeney ha risposto alle polemiche sulla sua presenza super sexy e discinta nel video dei Rolling Stone per la canzone Angry dicendo:
per me (mostrarmi) è potere attraverso l’accezione del mio corpo
Eppure ancora non ha ricevuto quella chiamata che desidera, il grande nome, il ruolo della consacrazione. Spiega a Variety – quasi spazientita – di non venire ancora presa sul serio come interprete. Le sue prossime due cartucce in questo senso sono Echo Valley di Michael Pearce al fianco di Julianne Moore e Eden di Ron Howard con Jude Law, ma non sembrano soddisfarla.
Intanto deve fare i conti con la perdita della sua privacy: poco dopo l’acquisto della sua casa, l’indirizzo della stessa è stato pubblicato su TikTok ed è diventata meta di curiosi, influencer e paparazzi. Nonostante sia una star, Sydney non ha potuto permettersi una villa nelle zone più appartate della città (le “gated community” dove risiedono tantissimi volti noti, perciò deve accontentarsi, mandando avanti la mamma che chiede ai paparazzi di darle tregua.
Questa è la vita per una delle star più chiacchierate e desiderate di Hollywood nel 2024. Non si paga più come una volta, i residuals (i compensi per le repliche degli show in chiaro) non consentono più alle star di tirare il fiato dopo un successo. Così Sydney Sweeney scappa quando può in vacanza, a fare sport e divertirsi con le amiche e il compagno Jonathan Davino, business man con cui mantiene la propria relazione privata, perché lui non è un figura pubblica (anche se l’ha aiutata a produrre entrambi i suoi film).
Insomma, Sweeney è l’esempio perfetto di una star “arrivata” che perde il sonno perché sa che non si può fermare, perché non c’è una rete di connessioni dietro di lei, né un patrimonio di famiglia a darle stabilità. Dopo 10 anni di duro lavoro, deve mantenere la sua posizione con le sue sole forze, una produzione e un contenuto promozionale per volta, in attesa del ruolo che le permetterà di essere presa davvero sul serio.
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