Impossibile dimenticarlo: quello di Nip/Tuck, trasmesso da noi su Italia 1 e su FX a partire dal 2004, fu un successo travolgente. Tanto che i due protagonisti della serie, giunti alla quarta delle sei stagioni prodotte, alzarono la voce chiedendo un aumento e soprattutto una maggiore influenza sulla produzione. Prontamente concessi dal network FX e da Ryan Murphy, creatore della serie-fenomeno sulla chirurgia plastica.
Dal 18 agostoWarner.tv (visibile in streaming ma anche sul canale 37 del digitale terrestre) ripropone tutti gli episodi di Nip/Tuck. Ecco tanti ottimi motivi per (ri)vedere un pezzo di storia della TV.
Precorrere i tempi
Nip/Tuck precorreva i tempi. Prima che la mania della chirurgia estetica dilagasse, arrivando agli eccessi contemporanei, Ryan Murphy lanciava l’allarme. E accadeva oltre 20 anni fa.
Dylan Walsh e Julian McMahon, interpreti rispettivamente dei personaggi di Sean McNamara e Christian Troy, arrivarono a guadagnare oltre 250.000 dollari a episodio, mentre il resto del cast – Roma Maffia, Kelly Carlson e Joely Richardson – ottenne un aumento la cui entità non venne resa nota dalla produzione.
Ma tenete presente che Joely Richardson, interprete della moglie di Sean, Julia, già guadagnava qualcosa come 100.000 dollari a episodio.
Insomma: un successo che nessuno si aspettava, e che travolse tutti. A cominciare da Murphy.
Nip/Tuck ha catturato l’attenzione del pubblico fin dall’episodio pilota per tanti motivi. Per i due affascinanti protagonisti, opposti e al tempo stesso complementari. Per la sua rappresentazione audace e senza compromessi della chirurgia plastica e delle vite di tutti coloro che vi gravitavano attorno.
L’idea di Ryan Murphy: la chirurgia come metafora
Il 22 luglio 2003 l’episodio pilota – che noi avremmo visto il 5 marzo 2004 – rendeva evidente fin dal principio l’intento narrativo di Nip/Tuck: esplorare un genere allora trascurato nella televisione mainstream, ovvero la chirurgia plastica estetica.
Insieme al produttore esecutivo Michael M. Robin, Murphy pensò di creare una serie che non solo affrontasse, esponendole, le procedure mediche con un approccio grafico e dettagliato, ma che se ne servisse come metafora per esplorare temi profondi come l’identità, la bellezza, il desiderio e le relazioni umane.
Al centro della trama, le vite professionali e personali dei dottori Sean McNamara e Christian Troy, soci in uno studio di chirurgia plastica a Miami. La serie, in ciascun episodio, esplora le loro relazioni complesse con pazienti, familiari e amanti, mentre affrontano sfide morali ed etiche nel loro lavoro. Ogni episodio presenta casi diversi che riflettevano temi sociali contemporanei, ancora oggi estremamente attuali.
Sean McNamara cercava costantemente l’approvazione e l’amore della sua famiglia, ma anche dei suoi pazienti. Tanto da ritrovarsi spesso in conflitto, conuno scontro insanabile fra le sue convinzioni morali e il desiderio di successo professionale.
Christian Troy era di fatto l’alter ego di Sean, un donnaiolo incallito e materialista che viveva per il successo e il piacere immediato. Nonostante le sue mancanze, Christian mostra una profonda lealtà verso Sean e un desiderio di connessione autentica.
Julia McNamara, moglie di Sean e madre dei loro figli, lottava con la propria identità e il ruolo di moglie e madre, cercando di trovare la propria strada.
Matt McNamara (John Hensley), il figlio adolescente di Sean e Julia, attraversava la pubertà e giovinezza con tutte le sue complicazioni e rivelazioni sorprendenti.
Capite bene che bastavano anche solo questi quattro spunti per costruire un racconto articolato e complesso. Ma naturalmente, c’erano anche i pazienti.
Tematiche e casi affrontati da Christian e Sean
Nip/Tuck ha innovato la storia del piccolo schermo grazie alle sue numerose scene chirurgiche, realizzate con l’aiuto di consulenti medici per garantire una precisione al livello di E.R. – Medici in prima linea.
Attraverso gli interventi eseguiti dalla coppia di colleghi chirurghi su una vasta schiera di pazienti, la serie ha potuto toccare una vastità di tematiche.
Dalla transessualità all’anoressia, dal body dysmorphia disorder (così definito anche nella serie) al rifiuto totale di sé, dalla violenza domestica al crimine.
Tramite le storie dei pazienti, ma anche del loro rapporto con i due protagonisti, Murphy ha avuto l’occasione di diventare un punto di riferimento nella storia dei drama televisivi grazie a quel perfetto mix di intrattenimento e riflessione su temi delicati e importanti.
L’esasperazione del concetto di bellezza, tristemente profetico dell’era che stiamo vivendo, all’epoca fece molto discutere per l’apparente superficialità dell’approccio a tematiche molto divisive. Ma le critiche rivolte alla serie scaturivano da una visione a sua volta superficiale della serie.
Come in un gioco di specchi, Nip/Tuck ci parlava di Sean e Christian e ci parlava di noi, del nostro mondo, delle nostre paure, insicurezze, ossessioni.
La ragione del successo mondiale della serie è tutta qui. Nip/Tuck andava a toccare – con quel look glamour patinato costruito ad hoc – sentimenti universali, pensieri che tutti gli esseri umani, prima o poi, si ritrovavano a fare.
Premiata con il Golden Globe per la migliore serie drammatica nel 2005, la serie ha avuto anche un effetto inaspettato sul futuro della televisione. Fra le guest star, oltre alla grande Vanessa Redgrave (madre di Joely Richardson nella realtà), sono sfilati Peter Dinklage, Brooke Shields, Rosie O’Donnell, Jacqueline Bisset, Bradley Cooper, Sarah Paulson, Larry Hagman, Oliver Platt, Katee Sackhoff, Alanis Morissette, Anne Heche, Rebecca Gayheart, Rose McGowan e tanti, tantissimi altri.
L’influenza di Nip/Tuck: nascita di un nuovo genere televisivo
Nip/Tuck è stata lo strumento per normalizzare e rendere popolare la chirurgia plastica nell’immaginario collettivo. Prima di Nip/Tuck, la chirurgia plastica era vista come qualcosa riservato a celebrità e ricchi. La serie ha cambiato questa percezione, mostrando che le procedure di chirurgia plastica erano accessibili e desiderabili per un pubblico più ampio.
Questo ha aperto la porta a un aumento dell’accettazione sociale della chirurgia plastica, rendendola una pratica comune e discussa apertamente.
Dopo il successo di Nip/Tuck è di fatto nato un nuovo genere televisivo, confluito in un’ondata di reality show incentrati sulla chirurgia plastica (daBisturi! Nessuno è perfetto a Dr. 90210 fino a Extreme Makeover). Questi programmi hanno seguito l’esempio di Nip/Tuck nel mostrare le procedure chirurgiche in modo dettagliato, ma con un focus più diretto sugli aspetti realistici e quotidiani della vita dei chirurghi plastici e dei loro pazienti.
Nip/Tuck, però, ha aggiunto un ulteriore elemento. Ha messo in discussione l’idea che la chirurgia plastica possa risolvere i problemi di autostima e identità, suggerendo invece che queste procedure spesso riflettono problemi psicologici più profondi. Cosa che ha portato a un maggiore dibattito pubblico su questi temi, influenzando la percezione culturale della chirurgia plastica.
La serie ha giocato un ruolo cruciale nel cambiare la percezione della chirurgia plastica da tabù sociale ad argomento di discussione e poi di accettazione.
Ha mostrato che la bellezza è soggettiva e che le procedure chirurgiche non garantiscono necessariamente la felicità o l’autostima. Questo messaggio ha contribuito a una maggiore consapevolezza dei rischi psicologici associati alla chirurgia plastica estetica.
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