I VOSTRI MESSAGGI
Sevil Jung Kook - Yes or No Grazie mille ❤️ Marika artemas - i like the way you kiss me Ciao, grazie per tenermi sempre compagnia, volevo ascoltare Artemas, mi piace un casino. saluti da Porto San Giorgio Filippo Red Hot Chili Peppers - Californication ciao Radio FM, potete suonare Californication dei Red Hot Chili Peppers. Grazieeeee 😍

Spettacoli

Samir, quando gli stranieri erano gli italiani

today13 Agosto 2024 14

Sfondo
share close
AD


di Ansa
  

Samir, quando gli stranieri erano gli italiani


(ANSA) – LOCARNO, 13 AGO – Cabine telefoniche e stazioni
ferroviarie dove a volte si dormiva, perché era difficilissimo
trovare, soprattutto appena arrivati, un alloggio. Baracche
usate come case collettive in condizioni igieniche precarie
(scenari evocati anche dalle canzoni di Giovanna Marini). Locali
dov’era proibito l’accesso agli italiani o “trovavi scritto a
destra gli svizzeri, a sinistra gli stranieri e i cani” ricorda
l’80enne Giuseppe. Una sorta di ‘apartheid silenziosa’ rievocata
con testimonianze, parti animate, scene di film e servizi
giornalistici, interviste, immagini d’archivio, sulla vita
degli immigrati (soprattutto italiani) arrivati in Svizzera
negli anni ’60 raccolte da La prodigiosa trasformazione della
classe operaia in stranieri del regista iracheno/svizzero Samir,
che debutta fuori concorso al Locarno Film Festival.

“Il lavoro di ricerca è durato tre anni – spiega il cineasta
all’ANSA -. La mia squadra di collaboratori è giovane e molti di
loro non sapevano nulla di quanto accaduto. Mi ha sorpreso
quanto queste storie siano state dimenticate. Il motivo
principale credo sia legato al fatto che molti immigrati
italiani non vogliono più parlare di quanto vissuto,
preferiscano lasciarlo nel passato”. Una sfera sociale, quella
del film non fiction (producono Dschoint Ventschr Filmproduktion
e Casa delle Visioni con Srf Swiss Radio and Television) unita a
quella personale che coinvolge lo stesso cineasta nato a Baghdad
e arrivato in Svizzera con la famiglia negli anni ’60.
Un mondo, quello del documentario, che passa, tornando a 60
anni fa, per i figli dei migranti che si dovevano nascondere in
casa senza poter uscire o affacciarsi alla finestra (i
cosiddetti bambini nell’armadio) perché a lungo sono rimasti
vietati i ricongiungimenti famigliari. Un razzismo sociale che
apparteneva a molti politici, con tanto di referendum del 1970
(non passato per poco) che chiedeva di limitare gli stranieri al
10% della popolazione Un decennio però in cui arriva anche un
vento di cambiamento, con i migranti in grado di unirsi e
organizzarsi a livello sociale e sindacale. Con la svolta gli
anni ’80 nei quali l’italianità tra vestiti e cibo diventa
sempre più di moda fino a conquistarsi ampio spazio nello stile
di vita degli svizzeri. Approdando infine all’oggi in cui verso
i migranti di altri Paesi si ripetono molti degli stessi errori
e delle stesse prevaricazioni (anche in Italia, come si ricorda
con una parte dedicata alla rivolta dei braccianti a Rosarno).
(ANSA).
.

di Ansa
  





.

Scritto da: redazione

Rate it

Commenti post (0)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati con *


Classifica

Tracklist completa

ASCOLTACI CON LE NOSTRE APPLICAZIONI

AD
AD
AD
0%