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Tombi è diventato negli anni un cult dell’industria videoludica. Per quanto all’epoca della release, nel 1997, abbia vissuto un periodo non florido e vendite non entusiasmanti, negli anni ha acquistato un alone di misticismo e di leggendarietà grazie anche alla sua scarsa reperibilità. Tra costi esorbitanti delle copie usate e il fallimento della software house, la Whoope Camp che chiuse dopo la release di Tombi 2, le avventure del ragazzo con i capelli rossa all’inseguimento dei maiali cattivi è diventato l’emblema della generazione degli anni ’90 cresciuta con la prima console PlayStation. Limited Run Games, editore indipendente che si sta specializzando nel ridare vita alle edizioni fisiche dei videogiochi oramai destinati a esistere solo in digitale, ha deciso di riportare in auge Tombi, fornendo a tutti un motivo in più per rivivere quell’esperienza, ma soprattutto la possibilità di aggirare l’irreperibilità del prodotto. L’aspetto negativo di tutta l’operazione è che Limited Run ha messo in piedi un lavoro estremamente pigro.
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