Da VENEZIA. Potremmo partire proprie dalle parole di Monica Bellucci, attuale compagna di Tim Burton, quelle che pronuncia nel finale della conferenza stampa, per capire quello che Beetlejuice Beetlejuice, il film (dove lei ha un ruolo significativo) che apre ufficialmente l’81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, trasmette. Ovvero la necessità di vedere, attraverso sguardi nuovi e diversi, l’evoluzione nei personaggi e della storia originale.
Il vecchio demone e spiritello porcello
Datato 1988, il “vecchio” demone e spiritello porcello, Beetlejuice, tornato ora, a distanza di 36 anni, a vivere nell’atteso sequel, Beetlejuice Beetlejuice, in sala dal 5 settembre (distribuito da Warner Bros, ndr). Una grande scatola magica e piena di colore, come se l’avesse pensata Willy Wonka. Perché, dice l’attrice italiana, “questo è un film anche sulle donne, che si amano e si supportano”.
Attrici invecchiate? Ma quando mai, tutte fantastiche
Lo sguardo al femminile, su una generazione di attrici, maturate, e scherzosamente “invecchiate” (ma quando mai, sono tutte fantastiche), non si direbbe a vederle da vicino, da Catherine O’Hara a Winona Ryder, che riprendono i panni rispettivamente di Delia e Lydia Deetz, si scontrano appunto invece con le new entry, estensione della grande famiglia allargata “burtoniana” (nel cast anche Willem Dafoe e Justin Theroux), ma anche specchio del passaggio del tempo, della stessa Bellucci, e della giovanissima Jenna Ortega (interpreta Astrid, figlia di Lydia) già protagonista della serie Netflix, Mercoledì, diretta dallo stesso regista inglese.
Un’Aldilà fantastico che tutti vorremmo conoscere
Ognuno presenti all’appello del Maestro, a partire ovviamente da lui, Michael Keaton, che parla del film come un’opera d’arte, il cui nome, Beetlejuice, se evocato tre volte consecutive, ce lo fa apparire immediatamente, riportandolo dove nel frattempo continua a spassarsela. Un fantasma dispettoso e irriverente, che nel film originale avrebbe avuto sposare Lydia (tiene una sua fotografia) e che nell’Aldilà gestisce una sorta di ufficio, intercettando anime da tormentare nella vita reale, e nella quale partono Soul Train a suon di musica, direzione il “Grande Ignoto”. È l’Aldilà grottesco e fantastico che tutti vorremmo vivere. Ora però qualcuno lo fa/farà ritornare ancora. Un segno che la storia, questa, è tutt’altro che finita, e va affrontata.
Bellucci sposa cadavere vendicativa
Ma che succede ora? Winona Ryder è diventata una conduttrice tv che racconta di ghost stories e case infestate. Sembra essersi buttata indietro quello che successe anni prima, ed invece Beetlejuice le riappare a frammenti. Un segno (sogno?) da prevedere e incontrollabile, visto che lei vive ancora (con la figlia appunto e la madre) nella Ghost House celeberrima, orfana del padre (perito durante un viaggio per fare birdwatching) e che proprio per l’occasione si riunisce per l’evento luttuoso. Proprio in quel frangente, il produttore-approfittatore dello show, chiede di sposarla nella Notte di Halloween. Jenna Ortega-Astrid non crede a nulla di quello che sente da tempo, e a nessuno. Ma si dovrà ricredere. Nel frattempo, da qualche parte, una strana creatura che si (letteralmente) ricompone: è Delores (Bellucci), la moglie che Beetlejuice avrebbe dovuto sposare. Un mostro affascinante, una Sposa Cadavere in carne e curve, la cui sete di vendetta è tale adesso, da “risucchiare” tutte le anime di chi cerca di ostacolarla.
Tim Burton: “Mi ero perso anch’io e ora mi sono ritrovato”
«Tutti mi chiedevano di rivisitare questa storia», racconta Tim Burton. «L’ho fatto per una ragione personale e speciale: volevo riprendere a lavorare con Michael, e con tutti gli altri, persone che sono entrate nello spirito sentito fortemente. Negli ultimi anni sono rimasto deluso dall’industria cinematografia, dunque mi sono reso conto che se dovevo farlo doveva venire dal cuore. Quando invecchiamo si prendono direzioni diverse, mi ero perso anch’io. Con questo film mi sono ritrovato».
Le parole di Monica su Tim Burton
«Tim ama l’Italia (nel film c’è una chicca, ndr), grazie a lui ho scoperto un autore come Mario Bava» sottolinea la stessa Monica Bellucci. «Il suo modo di lavorare è una fonte di ispirazione, aiuta tutti, lui è preciso e sa cosa vuole. Il processo per un attrice è qualcosa di molto misterioso. Quando mi ha parlato del personaggio che interpreto, Delores, è stato incredibile, ho imparato una coreografia, mi sono sentita un mimo, come una bambola. Ma questo è un film che parla anche delle donne, che si amano, si supportano, anche quando litigano, è di grande impatto che esca in sala in questo momento». Un terzo capitolo? «Ci vorrebbero altri 36 anni, dice Burton, «e io avrò superato già i 100».
La scena da applausi
Quella dove alcuni influencer, ad un certo punto, vengono risucchiati dai loro stessi Smartphone. Imperdibile.
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