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The Return, gli orrori della guerra con gli occhi di Ulisse

today8 Settembre 2024 16

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di Ansa
  

The Return, gli orrori della guerra con gli occhi di Ulisse


(ANSA) – TORONTO, 08 SET – Gli orrori della guerra visti
attraverso gli occhi di un eroe dell’antica Grecia, Odisseo
(Ulisse dal nome latino). ‘The Return’ del regista e produttore
italiano Uberto Pasolini (Full Monty, Still Life) è stato
presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film
Festival. È una reinterpretazione dell’Odissea di Omero secondo
Edward Bond, John Collee e lo stesso Pasolini. Uscirà in Usa il
6 dicembre distribuito da Bleecker Street. In Italia agli inizi
del 2025 con 01 Distribution. Sarà presentato il 19 ottobre alla
Festa del Cinema di Roma.
Straordinario il cast, con Ralph Fiennes e Juliette Binoche
che tornano a lavorare assieme 28 anni dopo ‘Il paziente
inglese’ (The English Patient).

Il film vince nove premi Oscar
nel 1997. Sono Odisseo e Penelope. “Siamo rimasti amici in tutti
questi anni – ha detto Binoche dopo la proiezione – e sono
felice che ci siamo riconnessi sullo schermo. Questa volta Ralph
non si trova su un letto (in riferimento a Il paziente inglese,
ndr), ma Penelope è una specie di infermiera, è così ‘paziente’
con questo nuovo ‘paziente’ che torna a Itaca”.
Il regista tiene i due attori lontani per la maggior parte
del film. Si ritrovano assieme solo nella scena finale. Nei
panni del figlio Telemaco, Charlie Plummer. È un personaggio
combattuto, si trova sotto costante minaccia dei pretendenti
della madre che vorrebbero vederlo morto e il disperato
tentativo di provare che è all’altezza del padre.
Un film su Ulisse mancava dal 1954, all’epoca ci pensò Mario
Camerini, nel cast Kirk Douglas e Silvana Mangano. “Erano 70
anni che non se ne faceva uno – ha detto all’ANSA Pasolini -. Va
bene ora perché parla della guerra, dei suoi orrori, purtroppo
di ciò che si vede ancora oggi. Da una parte il film è
completamente contemporaneo, dall’altra è un ricordo della
nostra infanzia di Omero anche se raccontato in modo più
complesso psicologicamente. Noi rappresentiamo solo un pezzo
dell’Odissea, la parte finale, non ci sono dei, mostri o viaggi,
ci concentriamo sul momento del ritorno di un soldato, di una
famiglia che si deve riunire”. (ANSA).
.

di Ansa
  





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Scritto da: redazione

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