Dopo Il gioco di Gerald e Doctor Sleep, Mike Flanagan torna ad adattare un’opera di Stephen King con La Vita di Chuck: il regista non soltanto ritiene che si tratti del suo miglior film, ma racconta di averlo capito dopo appena quattro giorni di riprese.
La vita di Chuck è un’opera “magica” per il suo regista: una consapevolezza sopraggiunta dopo aver girato una scena di danza con il protagonista. Prima di iniziare a lavorare al film e subito dopo aver letto il racconto su cui si sarebbe basato, Flanagan aveva inviato un’e-mail a King: “Se potessi provare a scrivere questa storia, potrebbe essere il film migliore che abbia mai fatto“, aveva scritto, rivolgendosi al celebre autore. Nel corso di un’intervista a Collider, è stato chiesto al cineasta se la pensasse ancora così.
“Sì, lo penso“, ha detto Flanagan, “Mi sentivo così anche mentre giravamo. Mi sentivo così alla fine della prima settimana“. Flanagan, che è un grande appassionato dei romanzi di King, ha continuato: “È stata la prima volta in tutta la mia vita che ho amato così tanto ciò che vedevo sul monitor… anzi, di più. Dopo quattro giorni sapevo che stava accadendo qualcosa di magico“.
La vita di Chuck è il secondo racconto contenuto nella raccolta “Se scorre il sangue” (2020) ad essere adattato per il cinema, dopo il film di John Lee Hancock Mr Harrigan’s Phone. Dopo essere morto ad appena 39 anni, il protagonista, Chuck Krantz (Hiddleston) viaggia nel tempo per ripercorrere a ritroso gli eventi più importanti della sua vita. Le riprese de La vita di Chuck si sono concluse da tempo, ma la data di uscita del film non è ancora stata annunciata.
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