(ANSA) – ROMA, 20 SET – Ornella Vanoni compie il 22 settembre
90 anni ma già da tempo è un vero mito e non perché sia
un’irraggiungibile figura avvolta nel mistero ma proprio per la
sua capacità di essere presente sulla scena da poco meno di
settant’anni con la sua pirotecnica personalità, la sua classe
d’artista e una incredibile carriera così ricca di incontri con
personaggi formidabili da sembrare un romanzo. Non è un caso che
ancora oggi è una ricercatissima ospite dei programmi
televisivi, per gli aneddoti che racconta, per la sua
imprevedibilità e la totale indifferenza nei confronti del
politicamente corretto e delle regole del galateo televisivo. Lo
dimostra il regalo che si è fatta per il suo compleanno,
incidendo Ti voglio con Elodie e ditonellapiaga in attesa di
Diverse, il suo nuovo progetto discografico che uscirà venerdì
18 ottobre per BMG.
Un’avventura umana e artistica nata all’insegna della
straordinarietà: lei, figlia della ricca borghesia milanese,
diventa, a vent’anni, la ragazza della Mala, nell’ambiente del
Piccolo, gioiello di quella Milano che viveva la stagione in cui
insegnava al mondo una nuova idea di Cultura. Con grande
scandalo dei bempensanti, Ornella diventa la compagna di Giorgio
Strehler che, con un’intuizione geniale e la complicità di
personaggi come Dario Fo, Fausto Amodei, Fiorenzo Carpi e Gino
Negri, le cuce addosso un repertorio entrato nella storia: “Le
canzoni della Mala”, opera di fini intellettuali ma presentate
come frutto di ricerca su antichi manoscritti di ballate
popolari.
Nascono capolavori come “Ma mi” e “Le mantellate”.
Uscita dal sodalizio con Strehler e l’ambiente del Piccolo, la
Vanoni entra in contatto con la prima vera generazione di
cantautori, la Scuola Genovese: nasce l’amore con Gino Paoli
immortalato da una delle più belle canzoni della storia della
musica italiana, “Senza fine”. Con Gino Paoli sono rimasti amici
tutta la vita, i loro concerti insieme sono stati un grande
spettacolo e un grande divertimento per l’incontro-scontro di
due personalità così forti. Da quel momento, entrata
nell’universo della canzone, trova un registro espressivo unico,
lontano dalle convenzioni melodiche che le permette di spaziare
dalle cover di Roberto Carlos, “L’appuntamento” a quelle della
Piaf, “L’albergo a ore”, o di Tammy Wynette, “Domani è un altro
giorno” fino a quell’intuizione geniale di Sergio Bardotti che
le fa incidere “La voglia la pazzia l’incoscienza e l’allegria”
con Vinicius De Moraes e Toquinho, canzoni scritte da Jobim e
Chico Buarque, un album storico che ha contribuito alla
popolarizzazione della musica brasiliana in Italia. La sua
sensualità e la sua eleganza raffinata contribuiscono alla
creazione di un’interprete dalle caratteristiche uniche nel
nostro panorama, un’artista naturalmente votata a un respiro
internazionale che ha collaborato praticamente con tutti i più
grandi autori e artisti italiani, Lucio Dalla e Fabrizio De
Andrè compresi e che è stata anche la prima donna a vincere il
Premio Tenco per il “miglior cantautore” perché nel frattempo
aveva anche cominciato a scrivere le canzoni. La prova di una
creatività fuori dagli schemi tradizionali è “Ornella &”, un
album registrato a metà degli anni ’80 a New York, dopo che
aveva più volte collaborato con Gerry Mulligan, con artisti del
calibro di Gil Evans, Herbie Hancock, George Benson, i fratelli
Michael e Randy Brecker, Ron Carter, che rappresenta un’altra
pagina memorabile della discografia italiana, insieme a un
canzoniere che fa parte della memoria collettiva. La grandezza
di Ornella Vanoni sta nel suo essere riuscita a non perdere mai
il contatto con la realtà musicale, al di là delle mode e del
susseguirsi dei trend, evitando al tempo stesso il pericolo di
essere soltanto un classico con una vitalità straordinaria e una
consapevolezza superiore che viene da una vita memorabile.
(ANSA).
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