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Ambiente

Mais alimentare, la produzione italiana è in calo del 25%

today6 Ottobre 2024 4

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Da un lato la siccità, dall’altro le piogge alluvionali, hanno assestato un duro colpo alla campagna italiana del mais ad uso alimentare. Secondo le prime stime dell’Ailma, l’Associazione italiana lavorazioni mais alimentare, la riduzione delle rese sarà di almeno il 25%. Quest’anno in Italia la semina è partita tardi, con almeno un mese di ritardo, in alcune zone addirittura di due mesi. Per questa ragione il raccolto è ancora in corso, ma le previsioni comunque non sono rosee. «Per garantire un prodotto sano e sicuro – spiega Massimiliano Carraro, presidente di Ailma – le aziende si vedono costrette a scartare significative quantità di mais che non rispondono ai nostri parametri di qualità stabiliti dalla normativa vigente, riducendo ancora di più la materia prima da destinare per usi alimentari. Allo stato la diminuzione delle rese è importante, ma non dimentichiamo che il raccolto è ancora in corso. Purtroppo le condizioni meteorologiche non ci stanno aiutando e temiamo che le cose possano peggiorare».

In media, la produzione italiana di mais per uso alimentare si attesta su un milione di tonnellate annue. Quest’anno, invece, le quantità non dovrebbero superare le 600mila tonnellate. Una brutta notizia per le aziende che trasformano questo cereale per produrre dalla birra alla pasta, dai dolci agli snack. Il quadro lascia quindi prevedere un ricorso ancora più significativo all’import, necessario già oggi per rispondere al fabbisogno del settore agroalimentare. Ma se in Italia la campagna sta affrondando parecchie difficoltà, nel resto d’Europa le cose non vanno meglio: nei Paesi dell’Est, grandi produttori di mais, il meteo altalenante tra caldo record e piogge intense ha provocato non poche problematiche simili a quelle italiane. Stando all’ultimo indice della Fao, inoltre, i prezzi del mais sarebbero aumentati a livello mondiale, influenzati dalla carenza d’acqua sulle principali rotte di trasporto lungo il fiume Madeira in Brasile e lungo il fiume Mississippi negli Usa.

In Italia il clima estremo ha condizionato negativamente anche la produzione di mais destinata all’alimentazione animale: «Le elevate temperature di giugno e luglio, molto superiori agli scorsi anni – scrive in una nota il capogruppo del Pd alla commissione Agricoltura della Camera, Stefano Vaccari – hanno portato a cali produttivi del mais e dei foraggi del 45%».



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Scritto da: redazione

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