Un esperimento durato cinque anni in Spagna, e i nuovi studi di Harvard spazzano via le diete “low fat”. E consigliano un nuovo approccio, spiegato qui
di Tiscali FoodCulture
Parola d’ordine, low. Più in particolare, low fat, a basso apporto di grassi. Ed ecco la “magia”. Mangia così e vivrai di più, evitando problemi precoci e poi irrisolvibili alla salute. Per anni lo slogan è stato questo, seguito da prodotti calibrati apposta per il nostro desiderio di benessere, e per quelli di grandi fatturati del mercato. L’assunto era semplice: levo i grassi e avrò meno malattie cardiovascolari. Un’onda che è andata a gonfiarsi negli anni Cinquanta del secolo scorso, ed è proseguita fino ai primi anni Duemila. Ora si rivela sbagliata, smentita da due studi alimentari.
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Dagli ultracentenari Blue Zone ai malintesi sulla Dieta Mediterranea
A tornare sull’argomento è Valter Longo, di cui abbiamo già scritto qui e qui. Longo è Professore di Biogerontologia e Direttore dell’Istituto sulla Longevità a USC (University of Southern California) – Davis School of Gerontology di Los Angeles, fra i più importanti centri per la ricerca in materia d’invecchiamento e di malattie correlate all’avanzamento dell’età. Ed è lui, che per anni è stato fan e dedito alle diete low fat, a fare piazza pulita del vecchio modo di intendere l’alimentazione sana. In un suo editoriale, ospitato dal Corrirre della Sera, fa il punto su quanto fosse errata la ormai vecchia impostazione, partendo da uno studio spagnolo e da un altro della Harvard School of Public Health. Sul primo fronte, in Spagna è stato chiesto a un gruppo di 7 mila persone di età superiore ai 55 anni di dividersi in tre gruppi e seguire una dieta a base di un litro settimanale di olio EVO, oppure di 30 grammi di noci, nocciole e mandorle. Solo il terzo gruppo ha seguito una dieta a basso tenore di grassi animali. Risultato? Porta dritto alle esperienze degli ultracentenari delle cinque zone blu del pianeta, e sul modo in cui si intende la Dieta Mediterranea.
La dieta dei centenari e le cinque “zone blu” della Terra
I risultati degli studi
Sia lo studio spagnolo, durato cinque anni, sia le più recenti pubblicazioni della Scuola di Salute Pubblica di Harvard, sono giunti allo stesso risultato. In cinque anni l’alimentazione a base di grassi vegetali ha ridotto ha ridotto il numero di infarti e ictus. Si parla di “consumo relativamente alto”, quindi in quantità non troppo abbondanti, mentre diminuisce sensibilmente quello di grassi animali. Perciò, e non è la prima volta che si arriva a questa conclusione: olio d’oliva, pesce e frutta a guscio preservano l’organismo e dispongono alla longevità. Non è un caso che questi alimenti siano “portanti” nell’alimentazione settimanale degli ultracentenari delle cinque Blue Zone del pianeta. Dall’Ogliastra sarda agli avventisti californiani di Loma Linda fino ai giapponesi di Okinawa, i grassi vegetali, il pesce, la frutta a guscio, l’olio d’oliva di qualità sono il “motore” del buon vivere stando il più a lungo possibile in buon salute. Insaporendo in modo formidabile varie combinazioni alimentari senza sovraccaricarle.
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