Un thriller attuale e pieno di colpi di scena, da non perdere
Il killer più abile e letale del pianeta. Un’agente del M-I6 disposta a giocarsi il tutto per tutto pur di rintracciarlo. Un cliente pronto a pagare una cifra astronomica per offrire al killer il bersaglio più difficile da colpire. Gli ingredienti di The Day of the Jackal, l’adattamento televisivo del celebre romanzo Il giorno dello sciacallo di Frederick Forsythe, sulla carta fornisce già tutto il potenziale necessario a questa serie per tenere gli spettatori incollati allo schermo. E lo fa davvero.
I 10 episodi arrivano in esclusiva su su Sky e NOW dal 7 novembre con il Premio Oscar Eddie Redmayne nei panni del killer.
La trama di The Day of the Jackal
Un importante uomo politico, candidato alle elezioni in Germania, viene ucciso a Monaco da un cecchino con un colpo a una distanza che nessun altro aveva mai saputo eguagliare. Un’agente M-I6 di nome Bianca (Lashana Lynch, Captain Marvel, The Woman King) capisce che la chiave per catturarlo e l’arma che è usato. Da quel momento, mentre l’insospettabile sicario noto come Jackal (Eddie Redmayne, Premio Oscar per La teoria del tutto) si prepara per il suo prossimo incarico, mettendo a rischio anche la sua identità privata, Bianca cerca la pista giusta per catturarlo.
Una tensione crescente, in una situazione sempre più complicata
Non aspettatevi continui inseguimenti, combattimenti, fughe. Ci sono, e in quantità, ma il modo in cui la serie costruisce la tensione è facendoci entrare nel mondo dei protagonisti un po’ alla volta.
Il giorno dello sciacallo è stato adattato due volte per il cinema. Nel 1973 il grande Fred Zinnemann diresse un gran film, in cui il killer era interpretato da Edward Fox (Mai dire mai, Gandhi) e seguiva rigorosamente la trama del romanzo, tentando di assassinare il Presidente francese.
Nel 1997, con The Jackal il killer diventa iconico grazie all’interpretazione di Bruce Willis, in lotta contro il tempo e contro Richard Gere per uccidere un obiettivo di altissimo profilo.
E ora, al terzo adattamento, stavolta per la TV, tocca a Eddie Redmayne: l’ultimo attore che ti immagineresti nel ruolo che fu di Bruce Willis. A prima vista, l’attore da Oscar non sembra la scelta più azzeccata per interpretare il ruolo dello sciacallo. Ma è proprio il trasformismo ad aver reso la carriera di Eddie Redmayne così ricca di opportunità e di successi. Ecco quindi che quest’uomo apparentemente innocuo e dall’aspetto comune si trasforma in un assassino letale per poi reindossare i panni della persona qualunque. La persona che passa inosservata perché ha un aspetto totalmente inoffensivo.
Il nostro Jackal ha una vita privata che tiene lontana dal suo lavoro. È un insospettabile compagno perfetto per Nuria (Úrsula Corberó, la Tokyo de La casa di carta) e fa in modo di tenere i suoi affari al sicuro e avere sempre ciò che gli serve per portare a termine i propri incarichi.
L’unico momento in cui vacilla è quando non riceve ciò che era stato pattuito per un incarico portato a termine. È a quel punto che il killer dal sangue freddo commette il suo primo errore.
Non lo conosciamo quando si prepara a colpire il bersaglio più difficile della sua carriera. Lo conosciamo prima, impariamo a seguire la sua routine, lo vediamo condurre la sua doppia vita, cambiare personalità e modo di comportarsi. Entriamo in contatto con lui.
Vicini al killer più che a chi gli dà la caccia?
La scelta di farci conoscere la vita privata del nostro Jackal ha uno scopo preciso.
Prima ancora di arrivare a metà stagione, all’episodio quattro, ci chiediamo in che modo gli autori riempiranno i restanti sei episodi, visto l’avanzamento della narrazione e la complessità della situazione. L’unico modo per scoprirlo è continuare la visione, addentrandosi sempre di più in un mondo fatto di spie, traditori, talpe che agiscono tutti per lo stesso motivo: il denaro. Ma anche l’informazione è una valuta preziosa.
Prima ancora di arrivare a metà stagione, soprattutto, ogni singolo elemento di questa produzione di altissimo livello – regia, fotografia, montaggio, costumi, uso della colonna sonora… – contribuisce a creare un’atmosfera che diventa sempre più densa. Mentre lo sciacallo si muove attraversando mezza Europa, noi seguendolo diventiamo sempre più vulnerabili. Esattamente come lui, che inaspettatamente compie il già citato primo errore di una lunga serie. Errori totalmente inaspettati, che rendono le sue imprese sempre più rischiose e lui sempre più umano. Il che, ovviamente, ci fa stare dalla sua parte. Ecco lo scopo. Temiamo per lui, pur sapendo che è un assassino. Perché? Facile: il suo è un lavoro. Non c’è nulla di personale in ciò che fa, fino all’evento che lo fa diventare personale e, non a caso, gli fa commettere il fatidico primo errore. Metterci dalla parte del cattivo è la cosa più difficile che gli sceneggiatori possano fare. E ci riescono benissimo.
Bianca
La cosa più strana è che tifiamo, al tempo stesso, anche per Bianca. Il suo personaggio viene messo in cattiva luce, all’inizio. Ed è voluto: Bianca causa dolore, usa le persone, ne causa addirittura la morte senza pensarci un attimo. È ambiziosa e determinata. A tratti arrogante con i suoi superiori. Ma quando anche per lei il lavoro diventa una questione personale, Bianca cambia. E noi con lei: vediamo la sua vulnerabilità, la sua umanità, e ancora una volta funziona. Ci appassioniamo anche alla sua vita, alla sua missione di catturare un pericoloso sicario e di capire quale sarà il suo prossimo obiettivo.
L’umanità nei personaggi, fatta di insicurezze, imperfezioni, vulnerabilità e difetti, ci avvicina sempre molto a ciascuno di loro.
Il Jackal di Bruce Willis era perfetto ma anche spietato, senza una vita che non fosse il suo lavoro, crudele e pronto a usare tutto e tutti per i propri scopi. Il killer di The Day of the Jackal è l’opposto: lavora per far sì che la sua vera vita, quella privata, sia perfetta. Allo stesso modo, Bianca dedica tutta se stessa al lavoro perché il suo lavoro è tenere l’Inghilterra al sicuro. Per questo arriva a trascurare la sua famiglia, ma lo fa per la ragione più nobile possibile.
Rappresentano due scelte di vita contrapposte, ma non necessariamente solo “buone” o “cattive”. E sarà esattamente questo a catturarvi, impedendovi di distogliere lo sguardo da questa nuova, grande serie.
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