Che fine ha fatto Lorenzo Fragola? La sua è stata una carriera fulminea con una popolarità cresciuta esponenzialmente: prima la vittoria a X Factor nel 2014, poi il Festival di Sanremo e 3 album pubblicati di cui l’ultimo nel 2018. A quel punto il cantante si è preso una pausa, tornando con alcuni singoli, di cui uno con i The Kolors, e l’album collaborativo Crepacuore con Mameli, uscito nel 2023. Un percorso che ha raccontato a Stendino, il podcast di Stefano Maiolica che racconta “le storie della Generazione Fuorisede”.
Qui Fragola ha ricordato come la sua vita sia decisamente cambiata dopo il talent show: “Facevo musica, ma non ero uno di quelli che aveva fatto la gavetta, suonando nei locali o andando in studio di registrazione, lo facevo per me”. I provini sono stati estenuanti, ma mai avrebbe pensato sarebbero andati così bene: “Ero esausto, la convocazione era alle sei del mattino e io sono salito sul palco a mezzanotte. Immagina una giornata di ansia che non finisce mai. Ho cantato, è andata bene e non me l’aspettavo che andasse così, mi ricordo la standing ovation del pubblico. La cosa più bella è che io ero emozionato, ma la mia ragazza era scioccata e mi diceva ‘io te l’ho sempre detto’”.
All’epoca era il favorito, una condizione che gli è pesata: “Ero entrato con un pronostico favorevole, non me lo sentivo addosso ma gli altri continuavano a dirlo, sia i giudici che i concorrenti. Mi caricavano di troppe aspettative, mi sentivo delle responsabilità per cui non ero pronto, anche perché avevo scritto una canzone e basta”.
Alla fine però ha vinto, ma il trasferimento a Milano non è andato bene: “Ho vissuto la Milano da copertina, non quella da fuorisede. Me la sono vissuta soltanto negli eventi lavorativi, era il lavoro e basta. Pensavo: spero di arrivare a un punto dove me ne potrò andare. Ho iniziato a portarmi dietro il peso che mi dava Milano di dover performare. Mi piaceva fare musica quando stavo più perché ero spensierato. Mi ha incupito e appesantito. Mi sono perso una parte di età, la più bella, quella fatta di università, nuove amicizie e altre cose. A 19 anni dovevo fare il professionista, avevo un manager, e in quell’età lì è stato complicato. Ho dovuto fare fatica per poi recuperare una certa parte di me che avevo perso”.
Così è tornato a Catania, anche per prendersi cura di se stesso. “Sono crollato mentalmente. Stavo male dentro, così mi sono detto ok ricomincio, sono felice che la musica sia la mia vita, ma ho bisogno di recuperare le cose che ho perso. Ho praticamente chiuso i rapporti con la mia ex, il mio manager e mio fratello. Mi sono tolto tutte le responsabilità e l’unica che mi sono preso è stata quella di curarmi. Sono tornato giù, ho riallacciato i rapporti con mio padre e ho abbandonato un po’ di responsabilità che mi ero preso per difendermi e per ricominciare”. E oggi? “Adesso non ho ansia di stare fuori dai giochi. Andando avanti con l’età non vuoi più giocare ad arrivare primo, ma per fare bene ed essere contento di quello che fai”.
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