di Ansa
(di Paolo Biamonte)
(ANSA) – ROMA, 05 NOV – “È stato un onore incontrare Michele
Placido e condividere il set con un attore fantastico come
Fabrizio Bentivoglio: in realtà in ‘Eterno visionario’ sono
nella mia situazione d’elezione, canto in un cabaret berlinese
‘Just a Gigolo’ nella versione originale alla Marlene Dietrich
(la canzone è stata scritta nel 1929 da Leonello Casucci,
musicista italiano di tango e il primo testo era in tedesco). E’
stato bello per una volta uscire dal mio solito mondo ed entrare
sul set di un film con una storia così forte e interessante”.
Ute Lemper racconta da New York il suo cameo in “Eterno
Visionario”, il film diretto da Michele Placido in uscita nelle
sale venerdì che rivela per la prima volta aspetti inediti
dell’esistenza di Luigi Pirandello e ne racconta la vita
privata, più intima e familiare: la passione impossibile per la
sua musa Marta Abba, il rapporto con i figli, la burrascosa
relazione con la follia della moglie.
Interpretato da Fabrizio Bentivoglio, nel ruolo di Pirandello,
Valeria Bruni Tedeschi nel ruolo della moglie Antonietta,
Federica Luna Vincenti in quello di Marta Abba, con Aurora
Giovinazzo, Giancarlo Commare e Michelangelo Placido, nella
parte dei figli di Pirandello, “Eterno Visionario” esce nel 90mo
anniversario del Premio Nobel all’autore di “Sei personaggi in
cerca d’autore”.
Dal canto suo Ute Lemper precisa che la scena è stata girata “in
due, tre take: per la verità avevamo registrato due brani, ma
per esigenze di sintesi ne hanno messo una sola”.
Con il suo spettacolo antologico “Time Traveler” sarà a Bari il
21 novembre e in dicembre il 14 a Napoli e il 18 a Torino ma
l’anno prossimo è attesa da impegni importanti: “realizzerò un
album dedicato a Kurt Weill: sono molto entusiasta all’idea di
pubblicare un disco in cui cercheremo di dare una nuova visione
di un autore così importante: la sua musica è stata l’inizio
della mia carriera” racconta. Ma c’è un altro progetto cui tiene
moltissimo: riportare in teatro uno show che nasce da una sua
telefonata con Marlene Dietrich: “Nel 1987 ho avuto il piacere
di conversare con lei per telefono per tre ore, mentre ero a
Parigi. Io avevo ventiquattro anni, lei ottantasette – racconta
– Era una donna che viveva nel futuro, con una storia
incredibile alle spalle. Era anche una donna piena di amarezza e
malinconia perché in Germania non poteva tornare, i tedeschi la
consideravano una traditrice, perché aveva combattuto nella
Seconda Guerra Mondiale per gli americani contro la Germania
nazista. Marlene ancora oggi è un’icona, un simbolo di libertà e
indipendenza”. (ANSA).
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