Ravenna in lutto per la morte di Arturo Ferruzzi. L’imprenditore aveva 84 anni ed è deceduto a causa di un attacco di cuore nella sua tenuta agricola in Sicilia, terra dove ormai risiedeva con la moglie Cristina Busi. Uomo dal sorriso cordiale e dai modi gentili, era uno dei quattro figli assieme alle sorelle Alessandra, Franca e Idina, di Serafino Ferruzzi, fondatore dell’impero agroindustriale Ferruzzi e tra i maggiori trader di commodity agricole del mondo.
La storia personale e imprenditoriale di Arturo si lega indissolubilmente a quella del cognato Raul Gardini (marito di Idina), artefice di uno dei momenti più spregiudicati e affascinanti della finanza e dell’industria italiana a cavallo degli anni Ottanta e Novanta. Alla fine del 1979, con la morte di Serafino Ferruzzi, la famiglia affidò la gestione dell’immenso patrimonio industriale, armatoriale e agricolo alla figura di Raul, che con le sue innovative idee proiettò ulteriormente la realtà di ravennate sullo scenario internazionale.
Sue le intuizioni delle bio plastiche e dei carburanti di origine vegetale. E sua l’idea di fondo di unire le potenzialità del mondo agricolo con quello della chimica. Nei numerosi incontri pubblici dell’epoca Raul era sempre affiancato da Arturo e dall’altro cognato, Carlo Sama, marito di Alessandra. Le fotografie dell’epoca danno l’idea di un gruppo famigliare coeso, forte, unito. Ma la realtà fu ben diversa. A metà degli anni Ottanta, quando Gardini prese il controllo della Montedison iniziarono anche i contrasti in famiglia.
Gardini si metteva sempre di più contro l’establishment finanziario italiano che aveva come capo indiscusso Enrico Cuccia di Mediobanca. La successiva operazione Enichem, ribattezzata dalla stampa come “la madre di tutte le tangenti” porto alla definitiva rottura tra le due famiglie ravennate dei Ferruzzi e dei Gardini.
Estromesso Gardini nel giugno del ’91 dalla gestione degli affari del gruppo, Arturo prende le redini della holding Ferfin assieme a Carlo Sama che andrà a sedere a capo di Montedison. L’imperativo è affrontare il debito stellare che si è creato nelle varie operazioni finanziarie lanciate da Gardini. Un pool di banche guidato dalla stessa Mediobanca gestisce lo scorporo delle attività del gruppo Ferruzzi e liquida i membri delle due famiglie. Cala il sipario su una vicenda imprenditorale unica nel suo genere e sulla storia di un gruppo che aveva radici romagnole e spirito globale. Lontani dalle cronache e dai clamori solo in questi ultimi due anni i Ferruzzi e i Gardini sono tornati sotto i riflettori con alcune interviste e iniziative culturali a Ravenna. Ognuno per ribadire la propria parte di storia e di verità.
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