Si profila una retromarcia parziale ma abbastanza importante da parte del Governo sulla questione dell'aumento della tassazione sulle plusvalenze da criptovalute, oggi al 26%. "Un tema importante riguarda le plusvalenze da bitcoin, per cui prevediamo un aumento della ritenuta dal 26% al 42%", aveva detto il viceministro dell'economia e delle finanze Maurizio Leo durante la presentazione alla stampa della manovra finanziaria 2025, a metà ottobre.
In un mese però sono cambiate parecchie cose. Al di là del rally di Bitcoin e compagnia partito subito dopo l'elezione di Trump alla Casa Bianca, rally che sembra non avere influito sulle valutazioni del Governo, le polemiche e le pressioni contro l'aumento di ben 16 punti percentuali, forti e decise da subito, sembrano aver ottenuto l'effetto sperato. Come ricostruisce Repubblica nell'edizione odierna, dei 4.562 emendamenti alla manovra 2025 depositati dai partiti il Governo punta ad ammetterne 250.
Tra questi ci sarebbe anche quello che prevede una revisione del balzello al prelievo fiscale sulle plusvalenze da crypto. Dal 42% prospettato all'inizio si potrebbe passare al 30%, il che si tradurrebbe in un aumento del 4% appena. Base della "contrattazione" sarebbe la proposta di un prelievo del 28% firmata dal deputato del Carroccio Giulio Centemero, un 2% in più appena: ci sono chance, scrive il quotidiano, affinché si "chiuda" al 30%, comunque ben lontani dalla prospettiva iniziale.
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