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Un violoncello e le ultime parole di Camilleri sull’ amore

today24 Novembre 2024 7

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di Ansa
  

Un violoncello e le ultime parole di Camilleri sull' amore


(di Luciano Fioramonti)
(ANSA) – ROMA, 24 NOV – “Chi lo dice che l’uomo è un essere
razionale? Se l’uomo fosse un essere razionale avremmo finito di
fare la guerra duemila anni fa…”. Le parole di Andrea Camilleri
suonano attualissime in un momento storico che vede ripetersi
conflitti sanguinosi. Nel 2019, pochi mesi prima di morire a 93
anni, il ‘padre’ di Montalbano descriveva la sua visione
amaramente profetica al giovane violoncellista romano Michele
Marco Rossi che gli si era presentato per proporgli un progetto
discografico – in uscita in questi giorni per l’ etichetta
Stradivarius solo in vinile e dal 7 febbraio sulle piattaforme
digitali – come omaggio per i cento anni della nascita, nel
2025, del grande autore. Un disco senza titolo e con la
copertina bianca in cui le improvvisazioni musicali fanno da
tappeto sonoro alle ”ultime parole sull’ amore” dello
scrittore. Rossi spiega che l’ idea era nata per celebrare i 700
anni dalla morte di Dante. ”Mi era venuto in mente di fare un
progetto sull’amore da Dante e Petrarca a oggi, cercando di
vederne i lati più oscuri, attraverso una contrapposizione di
temi: l’Amore Sacro e l’Amore Sesso, l’Amore Potere e l’Amore
Colpa. Quattro visioni diverse di ambiti contrapposti e
complementari”. Così il musicista passò un pomeriggio di
maggio a parlare con Camilleri, seduto alla sua scrivania.

”Non
l’avevo mai incontrato prima, non l’avrei più incontrato dopo –
racconta -. Per lui non ero nessuno, mai mi sarei potuto
aspettare che avrebbe detto di sì, e che avrei potuto passare
del tempo con lui a fare domande, immaginare nuovi orizzonti,
registrare”. Le sue prime parole sono state “come posso esserle
utile?”. ”Mettersi al servizio di chi si ha davanti con fiducia
e generosità, mi è subito sembrata una cosa assolutamente
naturale per lui – osserva Rossi – Anche con la sua cecità era
in grado di vedere molto in profondità dentro a chi aveva
davanti”. Dai temi del progetto il discorso nell’incontro – e
quindi nel disco – è passato al femminicidio e alla guerra. ‘La
Storia, detta Magistra Vitae, non riesce a insegnare niente alla
vita degli uomini – rimarca Camilleri -. Tutti gli errori umani
vengono ripetuti a distanza di tempo, magari sotto forma
diversa. I corsi e ricorsi storici esistono. E in amore la
ragione o si dimette o va in aspettativa”.
Un capitolo a parte riguarda la voce dello scrittore e la
musica. ”Di Camilleri mi ha sempre affascinato proprio la sua
voce – spiega il musicista – dalle qualità sonore e musicali
incredibili. Così profonda, ruvida, ti sembrava quasi di poterla
toccare e si può riconoscere fra mille. Camilleri era felice di
sapere che la sua voce si sarebbe alternata e unita alla musica
elettronica. A 93 anni non era affatto spaventato dalla
contemporaneità più estrema e sperimentale, anzi. Era curioso,
disponibile e…colto anche in questo” . Il percorso musicale
del disco vuole scavare quindi tra le pieghe delle parole di
Camilleri, facendosi ispirare dalle tematiche dei testi e
seguendo analogie sonore astratte. ”Ci sono tracce fibrillanti
e accese, momenti di suoni sordi, quasi tribali, corali di voci
lontane, ritmi percussivi, una canzone con un accompagnamento di
puri timbri sonori, influenze jazz nei pizzicati. Si parte da
una citazione dantesca, e allo stesso modo con la musica abbiamo
provato a fare un viaggio ‘infernale’, da una complessità sonora
fino a una ritrovata semplicità”.
Violoncellista solista richiesto dai compositori di oggi,
vincitore del IV Premio Abbiati del Disco, Michele Marco Rossi,
35 anni, sottolinea che la riflessione sull’amore e sull’essre
umano è il tema che lega le tredici tracce dell’album (edizioni
musicali SZ Sugar), anche a livello di ricerca sonora ed
espressiva: le improvvisazioni al violoncello e l’ elettronica
live, curata da Paolo Aralla, si alternano con la voce dello
scrittore. ”Ogni brano cerca in maniera astratta di entrare nei
meandri dei temi, tanto forti quanto attuali, di cui parla
Camilleri, in un piccolo viaggio sonoro pieno di affetto e
gratitudine. Per questo motivo, il disco non ha un titolo in
copertina. Sarebbe come dare un titolo a un ricordo, a un
pensiero o a una memoria. I ricordi non si intitolano”. (ANSA).
.

di Ansa
  





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Scritto da: redazione

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