Nonostante solo un italiano su due familiarizzi con il concetto di economia circolare, di fronte alla definizione dei suoi principi guida l’82% dei cittadini ne riconosce il ruolo potenzialmente determinante per la tutela dell’ambiente. È quanto emerge da una ricerca condotta da SWG e commissionata da Swappie, brand che si occupa di tecnologia ricondizionata. Rispetto all’effettiva capacità del ricondizionato, del riciclato e dell’usato di diffondersi come modello economico, invece, ci sono più scettici che ottimisti: il 23% è convinto che il modello di economia circolare avrà una diffusione notevole, mentre tre Italiani su cinque (59%) sostengono che l’economia circolare non riuscirà a diffondersi abbastanza per essere efficace. È evidente come la popolazione riconosca l’importanza dell’economia circolare per lo sviluppo del Paese e per un percorso verso un mondo più sostenibile, ma guardando alla possibilità concreta che questo modello riesca a prendere piede, tra gli Italiani prevale ancora un senso di incertezza. Oltre la metà degli intervistati (57%) ritiene che un nuovo modello di sviluppo più sostenibile basato sull’economia circolare sia un percorso già attuabile. Sono soprattutto le donne e i residenti al nord a sostenere questa affermazione.
Questa visione positiva rispecchia la situazione attuale: stando a quanto emerso dal Rapporto sull’Economia Circolare in Italia (Edizione 2022) del Circular Economy Network, l’Italia, insieme alla Francia, è il Paese che lo scorso anno ha registrato le migliori performance di circolarità: la percentuale di riciclo di tutti i rifiuti ha raggiunto il 68% (contro la media europea del 35%) e il tasso di uso circolare della materia ha toccato il 21,6% (media europea del 12,8%). Se l’economia circolare è un modello realizzabile per la salvaguardia dell’ambiente e della natura, quali sono per gli italiani le pratiche più rilevanti da attuare? Non sorprende che l’ottimizzazione della gestione dei rifiuti e l’utilizzo di fonti rinnovabili siano al primo posto, considerando gli attuali incrementi della produzione di rifiuti pro-capite e i rincari dell’energia. Le altre due pratiche determinanti per un mondo più sostenibile, soprattutto per i Millennials, sono il riutilizzo dei materiali e il riuso di prodotti già esistenti con un miglioramento delle caratteristiche originarie.
L’economia circolare si riferisce a un sistema economico pensato per potersi auto-rigenerare e che attraverso azioni come ricondizionamento, riutilizzo e riciclo punta a estendere il più a lungo possibile il ciclo di vita di materiali e prodotti, riducendo al minimo scarti e rifiuti. Per gli Italiani questo modello è applicabile anche nel settore tecnologico: per tre intervistati su quattro i rifiuti elettronici possono essere trasformati in risorse, avere una nuova vita e quindi essere re-inseriti nel mercato. Ad alimentare questa visione ottimista è anche la preoccupazione per la gestione degli e-waste, diffusa soprattutto tra gli over 40: per la metà di essi questo problema è infatti ancora sottovalutato. Per oltre la metà degli italiani il ricondizionato è simile al nuovo dal punto di vista del funzionamento (58%) e tra i giovani questa percentuale sale a oltre due terzi. Gli intervistati riconoscono inoltre che lo sviluppo del settore del ricondizionato potrebbe avere un impatto positivo nel limitare i rifiuti elettronici (87%) e nell’educare le persone a un modello di economia circolare (86%). Stupisce positivamente come questo apprezzamento non provenga soltanto dalle nuove generazioni, native digitali e particolarmente sensibili ai temi dell’ambiente. La relazione tra tecnologia ed economia circolare presente nel settore dei ricondizionati raccoglie il favore di giovani e adulti.
“La ricerca condotta da SWG ci racconta che il nostro percorso di sensibilizzazione deve continuare, ma è stato fonte di orgoglio scoprire che gli italiani sono consapevoli che un modello di economia circolare anche nel settore tecnologico possa giovare alla salvaguardia dell’ambiente a lungo termine, tanto che, tra coloro che considererebbero l’acquisto di uno smartphone ricondizionato, 2 italiani su 3 individuano nella sostenibilità ambientale il principale vantaggio di questa scelta” commenta Elena Garbujo, Country Manager Italia di Swappie. E conclude: “L’economia circolare e la sostenibilità a lungo termine sono da sempre parte della mission di Swappie, che promuove la valorizzazione della tecnologia e la sua rimessa in circolo. Stiamo continuando a impegnarci per sensibilizzare le persone sul mondo del ricondizionato, sottolineando l’importanza di dare una seconda vita agli smartphone, sia vendendo quelli inutilizzati sia comprando telefoni ricondizionati.”
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