Dopo quasi tre anni dall’uscita di Xbox Series X e S, Microsoft ha deciso di bloccare la possibilità di far girare giochi emulati e bootleg programmati dagli utenti sulle console. Finora bastava mettere le console in modalità Retail (tramite una procedura molto semplice per gli esperti) per installare senza problemi software di emulazione e giocare con titoli del passato per le altre console, come PlayStation 2 e Wii. Ora, se si prova a far partire un software per questo scopo come ad esempio RetroArch, la console restituirà un messaggio di errore. Per continuare a usare le app per il retrogaming su Xbox, sarà necessario sottoscrivere (e pagare) un account Sviluppatore.
Secondo quanto riportano delle fonti interne a Microsoft, alla base della decisione di Xbox c’è la rivale Nintendo. Emulare console che sono ancora protette dal copyright, come il Super NES o il Game Boy, avrebbe creato motivo di causa legale tra le due aziende. Nintendo ha sempre combattuto l’emulazione alla stregua della pirateria. Nel 2019 ha fatto causa al sito RomUniverse per 1,2 milioni di dollari, e ha ottenuto 10 milioni di risarcimento dall’hacker canadese Gary Bowser, che vendeva modifiche per Switch, per le quali ha anche avuto 40 mesi di detenzione in carcere.
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