L’Italia non è sola nella battaglia contro il bollino nero sulle bevande alcoliche. Il nostro Paese presenterà infatti a Bruxelles un documento comune preparato insieme a Francia e Spagna, due big della produzione vinicola del continente, che altri cinque membri Ue – Portogallo, Danimarca, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria – sarebbero pronti a firmare. Lo ha annunciato ieri il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, a margine del Consiglio dei ministri dell’Agricoltura Ue a Bruxelles. Italia, Francia e Spagna da sole rappresentano il 47% di tutte le bottiglie di vino prodotte nel mondo, ha ricordato la Coldiretti, che plaude all’iniziativa comune dei tre Paesi.
Il ministro Lollobrigida ieri ha anche incontrato il suo omologo irlandese, Charlie McConalogue, al quale ha simbolicamente regalato una bottiglia di vino made in Italy. «Ho avuto modo di spiegare le nostre ragioni su quello che deve essere un sistema di informazione corretto – ha detto Lollobrigida – quello che chiediamo è un’etichetta che non specifichi che il vino danneggia la salute, ma in cui si specifichi che quello che eventualmente fa danni è l’eccesso di consumo». In un primo momento, il ministro McConalogue si è limitato a ricordare che sulla normativa emanata dal suo Paese ha voce in capitolo anche il ministero della Sanità. In serata, però, da fonti diplomatiche irlandesi sono trapelate dichiarazioni meno concilianti: la decisione di Dublino sulle etichette speciali con avvertenze sanitarie «segue una legislazione nazionale del 2018 che ha anticipato la presa di posizione molto positiva della Commissione Ue su una misura analoga nel Piano per battere il cancro. Quindi per noi la mancata opposizione da parte di Bruxelles rappresenta un altro importante passo per adottare queste norme». L’Irlanda, insomma, sembra determinata da andare avanti per la sua strada.
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