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Ambiente

Due modelli paralleli e sinergici: open lab e agrovoltaico su larga scala

today2 Maggio 2023 6

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Se il 2023 potrebbe essere l’anno di svolta per l’agrovoltaico in Italia: è un modello win-win, perché permette al tempo stesso di coniugare obiettivi di business degli imprenditori agricoli, migliorando la resa dei loro terreni, con gli obiettivi nazionali ed europei della transizione energetica, contribuendo allo sviluppo delle rinnovabili In Italia. Una maggiore presenza di impianti rinnovabili sul territorio consentirà all’Italia di affrancarsi progressivamente dalla dipendenza dei combustibili fossili e raggiungere la libertà energetica. Lo sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia ha sfidanti obiettivi in termini di decarbonizzazione a partire dagli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) fino allo scenario REpowerEU, che prevede l’istallazione di circa 85 gigawatt di nuova capacità entro il 2030.

Vale allora la pena di entrare nei dettagli della progettazione per l’Italia di Enel Green Power, uno degli operatori energetici, che di più sta investendo nel settore. Una progettualità e operatività che si muove su due binari paralleli e sinergici. Uno implementativo, con oltre 70 progetti di impianti agrivoltaici su larga scala su tutto il territorio italiano, ognuno dei quali ha fasi di avanzamento diverse. L’altro più sperimentale, che proseguirà nel nostro Paese il lavoro avviato con il progetto Sustainable Solar Park, attivo dal 2019 e svoltosi in Spagna (negli impianti fotovoltaici di Totana, Valdecaballeros e Las Corchas) e in Grecia (nei siti di Pezouliotika e Kourtesi). Una sorta di test di fattibilità su scala europea, che ha coinvolto partner provenienti dal mondo della ricerca, dell’innovazione, dell’agricoltura e dell’industria.

L’implementazione: il progetto agrivoltaico su larga scala

Nel comune di Manfredonia, nel foggiano, Enel Green Power sta sviluppando un grande progetto agrovoltaico. Oggi in fase di sviluppo, è nato in partnership con l’Università di Foggia, che ha contribuito alle analisi dei terreni e all’individuazione delle migliori colture che potessero convivere con l’impianto, e alla Fondazione Maria Grazia Barone, proprietaria di una parte dei terreni e che, anche grazie a questi, riuscirà a sostenere meglio le proprie attività socio-assistenziali a persone anziane. Grazie agli studi agronomici condotti dalla Fondazione stessa e alla collaborazione con la facoltà di agraria dell’università, sono state individuate le specie vegetali che meglio potranno convivere con l’impianto fotovoltaico: in questo caso cereali e leguminose da foraggio. A cascata, la convivenza fra pannelli e colture potrà determinare tutta una serie di altri benefici, fra cui l’ombreggiamento parziale delle colture, la riduzione della temperatura al suolo, il risparmio idrico (legato alla minor evapo-traspirazione del terreno) e la possibilità di ottenere migliori produzioni agricole.

La sperimentazione: il primo open lab italiano

Nicola Rossi, responsabile Innovazione di Enel Green Power, spiega che la prima esperienza sperimentale italiana si svilupperà in una porzione dell’impianto fotovoltaico di Bastardo, in provincia di Perugia, e verrà avviata entro giugno 2023. «Qui stiamo pensando di realizzare un focus su colture come zafferano, foraggio, piante aromatiche e medicinali. La loro presenza è strategica perché contribuisce a creare habitat favorevoli agli insetti impollinatori che, grazie alla loro azione, portano vantaggi a tutto l’ecosistema agricolo». E proprio alle api, la cui salute è cruciale per la tutela della biodiversità e per l’agricoltura, verrà dedicato una parte del progetto, «avvalendoci di tecnologie di monitoraggio avanzate, in partnership con startup italiane, produttori e imprenditori locali, e poi coinvolgendo le scuole e centri di ricerca, con l’ottica di condividere queste esperienze con il mondo che circonda i nostri impianti».

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Scritto da: redazione

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