Sono stati 11 milioni 121 mila, pari al 66,5% di share, i telespettatori che hanno seguito in media (dalle 21.25 all’1.59) su Rai1 la quarta serata del Festival di Sanremo, dedicata alle cover e ai duetti, sulle note dei successi degli anni dai Sessanta ai 2000. La media delle prime quattro serate è del 62,26 per cento. Si tratta dello share più alto dal 1987.
Quest’anno non ce n’è per nessuno. Marco Mengoni, predestinato alla vittoria della 73esima edizione del Festival di Sanremo, si aggiudica anche la serata delle cover. Accompagnato dal Kingdom Choir, con una versione gospel di Let it be, brano intoccabile, si piazza davanti all’accoppiata Ultimo-Eros Ramazzotti e al tandem Lazza-Emma. Quarta Giorgia con Elisa, quinto Mr. Rain con Fasma. La classifica provvisoria del Festival vede ovviamente Mengoni sempre primo davanti a Ultimo, Lazza, Mr. Rain e Giorgia. Seguono Tananai, Madame, Rosa Chemical, Elodie, Colapesce e Dimartino, Gianluca Grignani, Coma Cose, Modà, Articolo 31, Lda, Leo Gassmann, Paola e Chiara, Ariete, Mara Sattei, Colla Zio, Gianmaria, Cugini di Campagna, Levante, Olly, Anna Oxa, Will, Shari e Seithu.
La lunga notte dei feat
Come sempre, da quando è stata istituita, la serata dei duetti e/o delle cover è una delle più divertenti del Festival di Sanremo. Se soltanto durasse meno… La stessa considerazione tendiamo a farla ogni anno, quest’anno ancora di più dal momento che, con 28 artisti in gara, fare le 2 di notte è un attimo. Ma alla fine te la guardi sempre questa puntata che vede i concorrenti chiamati a interpretare cover o brani del proprio repertorio (novità introdotta quest’anno nel regolamento) assieme a ospiti illustri. Co-conduttrice stavolta, al fianco del direttore artistico Amadeus e di Gianni Morandi, è l’attrice Chiara Francini, buona fino al monologo noiosetto sul sentirsi donna incompleta perché senza figli. Per il quale facciamo valere le attenuanti generiche.
Ultimo venne Eros
Che dire dei set che abbiamo visto? Tentazione filologica per Ariete con Sangiovanni alle prese col Battiato di Cerco un centro di gravità permanente. Non precisissima l’interpretazione: 5 per l’autoirona. Will è emozionato ma rispetta il Michele Zarrillo di Cinque giorni al cospetto di Michele Zarrillo. Voto: 6. Elodie e BigMama rielaborano i Guess Who di American woman) spingendoli in un territorio che sta tra urban e hard & heavy. Operazione dignitosa: 6,5 anche per la citazione finale di Superstition. Latin tamarro spinto per Olly che riceve la benedizione di Lorella Cuccarini nell’appropriarsi de La notte vola : 4. Ultimo usa l’«arma fine di mondo»: Eros Ramazzotti. Con lui esegue impeccabilmente un medley di Adesso tu, Un’emozione per sempre (di cui Eros non ricorda il testo ma se la cava con grande mestiere), Più bella cosa. Che gli vuoi dire? Standing ovation dell’Ariston. Voto: 7.
Ultimo ed Eros Ramazzotti (Lapresse)
Grignani e Arisa, tanta caciara
Lazza divide il palco con Emma e il violino di Laura Marzadori per riconfezionare La fine di Nesli. Ci sta un 6. Team-up di difficile lettura quello tra Tananai, Don Joe e lo stesso Biagio Antonacci su Vorrei cantare come BiagioAntonacci. Che ci azzeccano messi uno accanto all’altro? Boh. Voto: 5. Omaggio a Zucchero Fornaciari per Shari che si fa assistere da Salmo: è un medley di Hai scelto me e Diavolo in me. Non basta Salmo. Performance rovinata dalle troppe moine di lei: 3. Gianluca Grignani tira fuori dal repertorio Destinazione paradiso con Arisa al suo fianco, mentre Enrico Melozzi divide la pedana del direttore d’orchestra con l’iconico Beppe Vessicchio, per la gioia del Fantasanremo. Le intenzioni sono le migliori, ma più che un duetto è caciara. Lo dice pure Arisa («Abbiamo fatto casino»), dopo aver invano provato a far cantare il direttore Intrattenimento prime time della Rai Stefano Coletta. Voto: 5,5
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