Universal Music ha chiesto alle piattaforme di streaming come Spotify e Apple di impedire l’accesso al proprio catalogo musicale agli sviluppatori che lo usano nei processi di training delle tecnologie di intelligenza artificiale. Lo riporta il Financial Times. La preoccupazione del colosso discografico, che controlla circa un terzo del mercato musicale globale, è legata ai robot di Ia che usano le canzoni per allenarsi a creare musica ‘inedita’, ma sulla falsariga dei brani ascoltati. Le canzoni generate dall’Ia sono apparse sui servizi di streaming e Umg, riferisce il Ft, ha inviato richieste di rimozione “a destra e a manca”.
“Abbiamo la responsabilità morale e commerciale nei confronti dei nostri artisti di lavorare per impedire l’uso non autorizzato della loro musica e impedire alle piattaforme di ingerire contenuti che violano i diritti degli artisti e di altri creatori” ha commentato al Ft un portavoce della major. “Prevediamo che i nostri partner della piattaforma vorranno impedire che i loro servizi vengano utilizzati in modi che danneggino gli artisti”.
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