Ennesimo colpo di teatro nella vicenda che contrappone il colosso dei social media di Menlo Park all’ex monopolista del diritto d’autore italiano. A poco più di 24 ore dall’incontro previsto al ministero della Cultura, l’Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti di Meta Platform, Meta Platforms Ireland, Meta Platforms Technologies Uk Limited e Facebook Italy per accertare un presunto abuso di dipendenza economica. Secondo l’Autorità, la società di Mark Zuckerberg potrebbe infatti aver indebitamente interrotto le trattative per la stipula della licenza d’uso, sulle proprie piattaforme, dei diritti musicali abusando della dipendenza economica di Siae. Assieme all’istruttoria, avviato anche il procedimento cautelare.
Un’offerta che Siae non avrebbe potuto rifiutare
Secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, guidata da Roberto Rustichelli, il nodo sarebbe proprio la rimozione dei contenuti musicali tutelati da Siae dalle proprie piattaforme social e il rifiuto di fornire alla Società autori ed editori le informazioni necessarie per svolgere le negoziazioni nel pieno rispetto del principio di trasparenza ed equità. L’Antitrust indaga sull’ipotesi che Meta potrebbe avere abusato dello squilibrio contrattuale di cui beneficia, chiedendo a Siae di accettare un’offerta economica inadeguata, senza però fornire le opportune informazioni per valutarne l’effettiva congruità. Detta fuori dai tecnicismi: un’offerta che non avrebbe potuto rifiutare.
Ipotesi danno per i consumatori
A seguito dell’interruzione delle trattative, Meta ha eliminato dalle piattaforme social i contenuti musicali tutelati da Siae in modo che non fossero più fruibili dagli utenti. L’Autorità ritiene che l’abuso di dipendenza economica ipotizzato possa avere un impatto significativo per la tutela della concorrenza nei mercati interessati e comportare un grave danno per i consumatori. Tale condotta, si legge in una nota, potrebbe non solo comprimere significativamente la capacità competitiva di Siae sui mercati interessati, ma anche impedire agli autori che rappresenta – parte significativa di quelli attivi in Italia – di raggiungere la categoria di utenti, sempre più ampia, che fruisce delle piattaforme social.
Il nodo dei brani «co-firmati»
Senza contare che il comportamento di Meta potrebbe avere ripercussioni anche sul repertorio di autori tutelati da altre collecting ma co-firmatari di brani con autori Siae. A ciò si aggiunga che l’ostacolo all’accesso dei contenuti musicali sulle piattaforme di Meta potrebbe avere effetti negativi anche per la remunerazione dei diritti connessi dei produttori di opere musicali e di tutte le altre posizioni giuridiche tutelate nell’ambito della legge sul diritto d’autore. Queste pratiche abusive, inoltre, potrebbero limitare in modo considerevole la possibilità di scelta dei consumatori che verrebbero privati della possibilità di fruire delle opere tutelate da Siae, componente importante dell’offerta musicale italiana e internazionale.
Meta: pronti a collaborare
Non si fa attendere la replica di Meta: «Siamo pronti a collaborare per rispondere alle richieste dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato. Tutelare i diritti d’autore di compositori e artisti è per noi una priorità assoluta, per questo rimaniamo impegnati nel raggiungere un accordo con Siae che soddisfi tutte le parti».
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