Nel corso di una lunga intervista rilasciata a Vanity Fair, Rosa Chemical ha raccontato il suo variegato passato, fatto di tanti piccoli tasselli di vita vissuta che lo hanno portato a essere chi è oggi. Odiato e amato allo stesso tempo, Rosa Chemical ha tuttavia un bagaglio di esperienze immenso, nonostante la sua giovane età, che l’hanno portato a essere “un writer povero a Londra” prima e un cantante oggi.
Ed è proprio dalla sua passata esperienza londinese che Rosa Chemical inizia il suo racconto: qui, infatti, vi si era recato a soli 18 anni: “Volevo togliermi dalla vita che avevo in Italia: tanti lavori e lavoretti che non mi permettevano di concentrarmi sulla musica”. Ma, si sa, Londra è una città tanto affascinante quanto difficile: “A Londra ho vissuto due mesi di povertà e quattro di povertà estrema, facendo un botto di lavori. Il secondo giorno che sono arrivato ho speso un sacco di soldi per comprare l’attrezzatura per fare musica, in poco tempo avevo finito tutti i risparmi. C’era l’affitto settimanale per una casa in condivisione con trenta persone, il cibo e tutto il resto”.
Ma non tutti i mali sono venuti per nuocere: “Nei mesi in cui ero povero a Londra mi sono buttato nella musica, ho iniziato a fare alcuni pezzi, il mio primo Ep e ho visto che ingranavo”. Senza tuttavia tralasciare la sua attività preferita del suo periodo da graffiti writer: “Ho vandalizzato dei monumenti. Ho pubblicato anche un video in cui mi drogavo e poi andavo a vandalizzare. La polizia di Torino ha aperto una squadra per me e i writer come me”.
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