Sedici anni fa è stato la sua grande invenzione ed è tuttora il suo chiodo fisso, l’ossessione che ne guida tutte le mosse. Oscar Farinetti vuole riportare ai massimi livelli e alla piena profittevolezza Eataly, il nuovo marchio di promozione dell’eccellenza del cibo e dei vini made in Italy nel mondo. Ma la missione non è facile, l’indebitamento è notevole (come avevamo documentato qui) e il rosso segna un ritmo allarmante. Due milioni di euro di perdita al mese e un totale accumulato finora di 25,8 milioni di debiti, difficoltà acuite dalla pandemia. Ma Farinetti non ci sta, risponde colpo su colpo e rilancia in quella che sembra essere la sua scommessa più importante.
“Miglioriamo e ci espandiamo”
Le perdite accumulate da Eataly hanno toccato i 70 milioni di euro, stando all’ultimo bilancio depositato il patrimonio netto è di 68,7 milioni di euro, i ricavi sono saliti da 462 a 601 milioni. La situazione è complessa ma il fondatore non ci sta a passare per fallito e sopravvalutato: “Tutte balle – ha detto Oscar Farinetti al magazine gastronomico Il Gusto, del Corriere della Sera – ci stiamo espandendo, stiamo aprendo nel mondo“. I numeri che spaventano e fanno discutere in realtà secondo Farinetti sarebbero stati ampiamente previsti e figli delle operazioni di acquisizione e finanziamento in corso. L’acquisto del 52% del marchio di promozione enoalimentare da parte di Investindustrial dovrebbe portare nelle casse parte dei concordati 200 milioni di euro così da ripianare il rosso dovuto al biennio pandemico e lasciare anche liquidità disponibile. Farinetti anticipa quel che poi sarà reso ufficiale dal nuovo amministratore delegato Andrea Cipolloni, ex del gruppo Autogrill che ha preso il timone della società al posto di Nicola Farinetti, figlio del fondatore passato al ruolo di presidente dopo l’acquisizione di Investindustrial guidato da Andrea Bonomi.
Il boom dal 2007 poi le difficoltà
Supportato da Slow Food, Oscar Farinetti aveva inventato Eataly nel 2007 con il primo negozio aperto al Lingotto di Torino, due anni dopo ecco la prima bandiera “piantata” all’estero, con i punti a Tokyo e New York. Poi il grande successo internazionale, la vicinanza al nuovo enfant prodige della politica italiana, Matteo Renzi. La fondazione di Fico, il parco delle meraviglie del cibo a Bologna. Quindi la fase complicata, fino agli oltre 25milioni di rosso e alle operazioni per il risanamento e il rilancio.
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