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Spettacoli

Russell Crowe: “Basta col Gladiatore, in quel mondo sono morto”.

today17 Luglio 2023 5

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Russell Crowe se la suona (e canta) molto bene, in tutti i sensi, ma non ha nessuna voglia di invecchiare. Già perché il premio Oscar per il Gladiatore oggi potrebbe tranquillamente smettere i panni dell’attore e dedicarsi ad altre due due cose, che davvero gli riescono bene da bel un po’. La prima, come visto in prima persona nel 2022 alla Festa del Cinema di Roma, sarebbe quella di mettere in scena un proprio progetto teatrale, una sorta di stand up show itinerante, nel quale, partendo dalle domande del pubblico (e non programmate), cambiare ogni volta, in città diverse, attingendo dalla sua lunga esperienza. L’anno scorso fu fulminate nel bypassare la consueta Masterclass, e fare di testa sua per oltre un ora e mezza. Risultato: un successo, pieno di evoluzioni, aneddoti, ricordi e improvvisazione.

Non solo cinema

La seconda passione è ormai nota, la musica, “è parte di me” lo ripete. E a vederlo al recente 57esimo Karlovy Vary International Film Festival nel concerto-evento d’apertura (pare di un tour passato anche in Italia, ndr), c’è davvero da sorprendersi in termini di intensità, nel “recitare” sul palco melodie e ballate country, alternando microfono e birra in mano (“io bevo solo Guinness” rivendica il giorno dopo a dispetto di un altro sponsor), ma con grinta da vendere.

In Repubblica Ceca Crowe ha ricevuto il Crystal Globe alla carriera, segno tangibile e di rispetto riguardo al suo contributo artistico, riservato a pochi nomi e che maggiormente hanno inciso di più nell’industria. Ruoli, i suoi, entrati ufficialmente da tempo nel pantheon di quelli indimenticabili. Se da un lato infatti il ritratto di Massimo Decimo Meridio diretto da Ridley Scott continua a far parlare (lo vedremo), nella galleria allargata si inseriscono ulteriori momenti: dal John Nash in A Beautiful Mind (altra nomination) al pugile James Braddock di Cinderella Man, entrambi diretti da Ron Howard, a pellicole come Insider, Master&Commander, L.A. Confidential, fino all’ottima miniserie The Loudest Voice – Sesso e potere, nei panni del contraddittorio fondatore di Fox News, Roger Alies.

Crowe ha sconfinato il proprio terreno (australiano) e di linguaggi, inerpicandosi nelle vette di Hollywood. Ha alternato scelti e progetti main stream, virando sui generi (dal musical al dramma,), a pellicole più indipendenti, magari meno reclamizzate sulla carta, che però lo convincevano a livello di storie e non di durata sullo schermo. È entrato nel mondo DC Comics, prendendosi il personaggio di Zeus (Thor), ha ricominciato a dirigere (e dirigersi), come in Poker Face, inoltrandosi recentemente anche nei misteri della fede (e della Chiesa), cospirazioni e possessioni demoniache, impersonando la figura di Padre Gabriel Amorth ne L’esorcista del papa. A tal proposito si è esposto, senza fare esplicitamente il nome, rimandando al caso di Emanuela Orlandi. “Non dico che abbia a che fare con il film”, racconta, “ma ho sentito da poco che il Papa ha riaperto una nuova inchiesta per andare a fondo sulla vicenda, è come si sarebbe dovuto fare da tempo”.

“Il Gladiatore? In quel mondo sono morto”

Ma a Karlovy Vary ha tenuto banco ancora, nonostante tutto, quello che sarà il seguito de Il gladiatore, sempre con Ridley Scott al timone, e per cui l’attore continua a essere maggiormente ricordato nell’immaginario. “Dovrebbero pagarmi per la quantità di domande che mi fanno su un film in cui non sono nemmeno presente”, dice. “Non ha niente a che fare con me. In quel mondo, io sono morto. Ma lo ammetto, nutro una certa forma di gelosia, perché mi ricorda quando ero più giovane e cosa significava per me nella vita quel personaggio. Non so nulla del cast, non so nulla della trama. Io sono morto! Ma so che se Ridley ha deciso di fare una seconda parte della storia, oltre 20 anni dopo, deve aver avuto ragioni molto forti. Non riesco a pensare che questo film sia altro che spettacolare”.  

“Forse non mi sentirete più”

L’anno prossimo compirà 60 anni. Come la vive? “Ti trovi davanti allo specchio e dici: ‘Chi cazzo è quello?’ Adesso sono in quel periodo. Prenderò Ridley Scott come esempio: sta ancora scoprendo cose nuove nel suo lavoro, o forse mi fermerò e non mi sentirete mai più. Non ho deciso cosa succederà, ma sono due scelte molto valide”.





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Scritto da: redazione

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