Il 2023 è il terzo anno più caldo mai registrato nella storia del Pianeta e per l’agricoltura italiana sarà – dice la Coldiretti – un’annata nera, con perdite che supereranno i 6 miliardi subiti lo scorso anno. A causa del cambiamento climatico, sostengono gli agricoltori, quest’anno si registra un taglio del 10% della produzione di grano, del 14% di quella di uva da vino e fino al 63% delle pere, mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno.
Secondo il National climatic data centre in Italia la temperatura media dei primi sette mesi dell’anno è stata superiore di 0,67 gradi rispetto alla media storica, mentre in generale nel mondo la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani risulta addirittura superiore di 1,03 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. I primi sette mesi salgono sul podio dei più bollenti dietro, nell’ordine, al 2016 e al 2020. Nel solo Nord Italia, in particolare, si tratta del secondo anno più caldo.
L’innalzamento record delle temperature nel nostro Paese è stato accompagnato da una media di quasi 11 eventi estremi al giorno lungo la Penisola, tra grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore e tempeste di vento che hanno provocato vittime e danni. Secondo la Coldiretti, siamo di fronte a una evidente tendenza alla tropicalizzazione del clima, con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense e rapidi passaggi dal caldo al maltempo.Il 2023 è stato finora segnato prima da una grave siccità, che ha compromesso le coltivazioni in campo, e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti e basse temperature, e infine dal caldo torrido di luglio che ha fatto segnare una temperatura superiore di 1,96 gradi rispetto alla media del mese, che ha inaridito i terreni favorendo l’innesco degli incendi nelle campagne e nei boschi spesso abbandonati.
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