A proposito di niente. A proposito di Woody Allen. Sia chiaro, nessuna critica al geniale regista americano, tra le poche, pochissime, icone che hanno saputo fare la storia del cinema, semmai un riferimento a quell’autobiografia travolgente da lui scritta, e uscita qualche anno fa, e che sarebbe da rileggere a oltranza. Un libro che sembra uno dei suoi film. A 87 anni, però, il regista di Manhattan, Io e Annie, Midnight in Paris, e altre decine di gioielli da riscoprire e condividere, ha la voglia di sempre, quella di esorcizzare le paure e fobie (in passato le sue), la morte in questo caso, narrando di relazioni, destino, opportunità.
L’applauso fragoroso
L’occasione arriva da Colpo di fortuna (Coup de Chance), presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia, e che al primo passaggio riservato a giornalisti e addetti ai lavori ha strappato un applauso fragoroso e liberatorio. Qualche dubbio? No, se vogliamo essere (anche di parte) e molto diretti. Perché in primis Allen è un insieme di linguaggi, stili, provocazioni, ironia, commedia, divertimento, riflessione allegorica. È il rimando al teatro, alla tv, ai grandi classici (gli stessi che ama e cita, come Bergman e Jean Renoir), è la musicalità che continua a suonare nel mondo, come per i fortunatissimi dotati di biglietto, che lo vedranno il 6-7 settembre a Milano, al Blue Note.
“Quando ero più giovane, i film che ci hanno più impressionati, da registi, erano di fatto gli europei, italiani, svedesi. Volevamo essere europei: è da tutta la vita che provo a fare questo”.
Come regalo per il suo 50esimo film, Allen torna in Francia, nella Ville Lumière, ambientando una storia tutta da gustare, divisa tra tradimenti, adulterio, intrigo e assassini. E con la fortuna, elemento dominante, protagonista di alcuni dialoghi, ma che in realtà scandirà un momento chiave.
Nello stile di “Match Point”
Nello stile (di genere) di Match Point, ecco la storia. Una coppia, lei tra le responsabili di una casa d’asta, e il ricco consorte, ad un certo punto entra in crisi, si incrina, accade quando lei incontra un vecchio compagno di classe, diventato nel frattempo scrittore, che le rivela di essere da sempre innamorato di lei. Scatta così la scintilla, la passione, gli incontri segreti, mentre nel frattempo la routine continua apparentemente senza rivelazioni o problemi.
Quando qualche sospetto inizia a farsi largo, il marito ingaggia un detective, agendo per proteggersi, dando vita, a sua volta, a ulteriori dubbi da parte della suocera. Ma nulla di tutto quello che ha fatto, o farà, avrà l’epilogo atteso. “Parlo di quanta è capricciosa la fortuna, e di come abbia più impatto di quanto vogliamo ammettere”, racconta Allen.
Woody Allen con la moglie Soon Yi e le attrici di Colpo di fortuna a Venezia (Foto Ansa)
“Sono stato molto fortunato”
“Io sono stato molto fortunato, ho avuto due genitori che mi amavano, ottimi amici, una vita bellissima, un matrimonio meraviglioso, figli, compirò 88 anni tra poco, non sono mai stato in ospedale, nulla di terribile mi è successo. Quando ho iniziato a girare in tanti mi hanno lodato, non sempre, ottenendo rispetto e attenzioni. Spero che continuerà”.
Eppure il Woody immortale, lo stesso che continua a imbracciare carta e penna e si siede alla macchina da scrivere, che ha raccontato mille volte New York, è costretto da tempo a girare il globo per poter realizzare le sue creature: da Roma a Madrid, da Londra a Parigi. “A volte ricevo telefonate in cui mi dicono che finanzieranno il mio prossimo film, a patto che lo giri nel loro paese. Rispondo che se dovessi avere un’idea buona, per l’Italia, Germania, o in Islanda, perché no”.
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