La questione del SoC utilizzato da Huawei nei Mate 60 continua a tenere banco. A Shenzhen, malgrado le restrizioni imposte dagli USA, sono riusciti comunque a sviluppare un SoC con connettività 5G. L’evento, inaspettato, ha già avuto delle ripercussioni e altre ne avrà in futuro: il Governo cinese, ad esempio, si è sentito più libero di mettere i bastoni tra le ruote ad Apple, e gli Stati Uniti hanno già annunciato indagini sull’operato di Huawei per fare luce sul Kirin 9000s di Mate 60 e Mate 60 Pro.
Il punto sulla vicenda, soprattutto sulle ripercussioni future di una Huawei che insieme a SMIC può prodursi i chip in casa, lo fa Ming-Chi Kuo, che di mestiere è analista, peraltro uno dei più noti e stimati del “nostro” ambiente. Kuo spiega che Huawei è un buon cliente di Qualcomm: nel 2022 ha acquistato tra i 23 e i 25 milioni di SoC dal leader americano dei chip, le stime per fine anno parlano di oltre 40 milioni.
Kuo dà per assodato che le novità presentate da Huawei dal primo gennaio del 2024 in poi avranno tutte i nuovi chip Kirin, quelli sviluppati in casa e realizzati nelle fonderie di SMIC. Quindi non solo a Qualcomm verranno a mancare diverse decine di milioni di ordini, ma se le novità Huawei avranno successo (e i Mate 60, si dice, che ne abbiano avuto parecchio) il leader americano sarà danneggiato una seconda volta dalla contrazione delle vendite che investirà gli altri produttori cinesi a causa di una Huawei brillante, nuovamente sul pezzo, apprezzata dai consumatori e in grado di vendere molti smartphone con componenti non-Qualcomm.
Le stime di Kuo parlano di una contrazione che nel 2024 si aggirerebbe tra i 50 e i 60 milioni di componenti in meno rispetto al 2023 che Qualcomm venderà alle aziende cinesi, un calo che aumenterà negli anni seguenti qualora Huawei e SMIC dovessero ingranare definitivamente conquistando porzioni di pubblico sempre maggiori. A Qualcomm, secondo Kuo, non rimarrà altra scelta che abbassare i prezzi per aumentare la competitività dei suoi partner cinesi così dar battaglia a Huawei, il che porterà a un calo dei profitti che potrebbe manifestarsi già sul finire del 2023.
Huawei e SMIC non sono le uniche spine nel fianco, secondo Kuo. Qualcomm deve proteggere il suo business da altri due potenziali rischi: il market share del SoC Exynos 2400 maggiore del previsto, e la “grana” Apple, che dopo anni di utilizzo dei modem 5G di Qualcomm sugli iPhone nel 2025 dovrebbe passare alla soluzione proprietaria di cui si parla da tempo (anche se in precedenza si parlava del 2024).
Inutile dire che entrambe rappresenterebbero delle defezioni pesanti. Dopo anni di SoC differenziati – Qualcomm per il mercato domestico e negli USA, Exynos in Europa e altrove – Samsung nel 2023 ha preferito una soluzione unica: Snapdragon 8 Gen 2 in tutti i mercati, peraltro nell’edizione esclusiva “for Galaxy”. I Galaxy S23 sono prodotti di successo, il surplus di ordini per Qualcomm non dev’essere stato irrilevante.
L’addio di Apple ai modem 5G di Qualcomm non sarà meno doloroso. Vero che i SoC per gli iPhone a Cupertino li progettano in casa praticamente da sempre e che il modem, rispetto ai SoC, porta meno soldi in cassa, ma dover rinunciare alle commesse di una enorme locomotiva qual è Apple, che peraltro pretende modem top di gamma, cioè quelli su cui si fanno i margini più elevati, sarà un duro colpo.
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