Non servono indizi per capirlo: il 2023 passerà alla storia del cinema come l’anno del Barbenheimer, il fenomeno social in grado di attirare in sala milioni di spettatori per la visione di due film totalmente agli antipodi: “Barbie” ed “Oppenheimer”.
Il crossover tanto virale sul web è nato quasi spontaneamente, per scherzo, dato che le due pellicole, per certi versi ossimoriche, sono state pubblicate negli Stati Uniti lo stesso giorno, il 21 luglio 2023.
Tra meme e post ironici, il Barbenheimer ha dato un impulso non indifferente agli incassi dei due lavori, soprattutto a quello di Greta Gerwig: il successo di Barbie è un bene per il cinema, e lo stesso discorso vale per il botteghino più che positivo del film di Christopher Nolan.
Qualcuno, negli ultimi tempi, è arrivato ad ipotizzare che il boom mediatico del Barbenheimer fosse stato perfettamente architettato da Warner Bros. e Universal Pictures, le rispettive case di produzioni. A smentire tali supposizioni ci ha pensato Dana Nussbaum, vicepresidente esecutivo del marketing mondiale per Warner Bros., la quale, durante un’intervista per New York Advertising Week, ha affermato:
“È stata assolutamente una sorpresa per tutti noi, ma l’abbiamo trovata incredibilmente deliziosa”. Non c’è stato nulla di previsto o calcolato, dunque: “È stato un ottimo esempio di sorpresa. Mi piacerebbe prendermene il merito, certo, ma non è stato assolutamente architettato da noi. È qualcosa che è successo in modo molto naturale”.
La Nussbaum, infine, ammette di aver cavalcato l’onda del nascente Barbenheimer, alimentandola in via definitiva con il celebre post di Margot Robbie e Greta Gerwig in posa con il biglietto per Oppenheimer:
“Quando abbiamo visto che che stavano nascendo numerose chiacchiere a riguardo, ci siamo assicurati che Greta e Margot… andassero a vedere Oppenheimer. Hanno scattato una foto che in un certo senso ha dato il via a tutto questo spirito, il che è stato davvero incredibile, perché all’inizio la gente voleva mettere i due film uno contro l’altro”.
Eppure, così non è stato. Barbie ed Oppenheimer si sono rivelate due opere in grado di trasmettere la propria visione autoriale al grande pubblico: a prescindere da gusti e preferenze personali, è esattamente questa l’importanza sociale del cinema.
Intanto, le voci di importanti premi ai due film si fanno sempre più insistenti e c’è già chi si porta avanti, come Scott Derrickson che auspica la vittoria di Barbie agli Oscar. E voi siete dello stesso parere del regista di Doctor Strange? Diteci la vostra nei commenti.
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