Ho consigliato di guardare Bosch – disponibile su Prime Video con tutte e 7 le stagioni – a diverse persone. Sono rimaste tutte soddisfatte, perché la serie tratta dai romanzi di Michael Connelly, benché il protagonista televisivo sia diverso da quello letterario, funziona davvero.
Bosch è uno dei polizieschi più appassionanti di sempre. Il protagonista Titus Welliver – l’indimenticabile Uomo in Nero di Lost – è il detective della squadra omicidi di Los Angeles Harry Bosch. Era sposato con un’agente dell’FBI, da cui ha avuto un figlia, Maddie (Madison Lintz, che probabilmente ricorderete nei panni della piccola Sophia in The Walking Dead), che ama moltissimo. Appassionato di jazz, Harry è un detective brillante, pronto a infrangere le regole se serve a fermare un assassino, un uomo determinato e spesso sopra le righe ma leale.
Quando va in pensione, la serie di cui è protagonista si conclude dopo 7 anni con il gradimento del pubblico e della critica inalterato.
Bosch: Legacy è sia lo spin-off che il sequel della serie, creata con la collaborazione dello stesso Michael Connelly. Al centro della narrazione c’è Maddie, entrata in polizia dopo aver prima pensato di intraprendere la carriera legale. Parte del cast rimane lo stesso, a cominciare appunto da Bosch che, dopo aver concluso la carriera in polizia, prende una licenza come investigatore privato e continua a indagare su casi complessi, diventando poi l’investigatore dell’avvocato Honey Chandler (Mimi Rogers, Il profumo del successo). Honey aveva fatto da mentore a Maddie quando pensava di diventare avvocato, e le due donne hanno un legame affettivo molto stretto, soprattutto dopo la morte della madre di Maddie.
Rivediamo nella nuova serie diversi altri personaggi di Bosch, incluso il compianto Lance Reddick, che nella serie originaria era stato capo della polizia e sindaco. L’attore di John Wick, prematuramente scomparso a 60 anni lo scorso marzo per la malattia cardiovascolare che lo affliggeva, aveva già girato le scene di Bosch: Legacy 2 e rivederlo è stato un po’ un colpo al cuore.
La trama di Bosch: Legacy – Stagione 2
Al centro della narrazione di Bosch: Legacy c’è l’inizio della carriera di Maddie in polizia. La recluta Maddie Bosch indaga su una serie di aggressioni sessuali, andando oltre i suoi compiti. Il suo innato talento come detective, nonostante la poca esperienza, le permette di risalire al colpevole, ma prima di capirlo l’uomo, sentendosi braccato, la aggredisce e la rapisce.
Seguiranno ore convulse con Bosch e Honey impegnati in una lotta contro il tempo per trovare Maddie, lasciata a morire entro breve tempo dal colpevole, aiutati anche dall’ex partner di Bosch: il detective Jerry Edgar (Jamie Hector, The Strain). Kurt Dockweiler (David Denman, Omicidio a Easttown), si costituisce e pretende l’immunità per svelare dove ha nascosto Maddie.
Tutto finisce come deve, e Harry si occupa del caso principale della stagione: l’omicidio di Lexi Parks, per il quale viene arrestato un cliente di Honey, David Foster (Patrick Brennan, The Next Three Days). Per provare l’innocenza di Foster, Honey e Bosch lavorano insieme all’hacker Maurice “Mo” Bassi, (Stephen A. Chang, Artificial), che a sua volta si troverà in mezzo a un guaio a causa di una donna che ha conosciuto.
In un finale al cardiopalma, Honey Chandler metterà in mostra le sue doti di grande avvocato e la famiglia Bosch affronterà nuove difficoltà, che rafforzeranno ancora il legame fra Harry e Maddie.
La recensione di Bosch: Legacy – Stagione 2
Già rinnovata per una terza stagione, Bosch: Legacy mantiene inalterata la qualità della serie da cui nasce.
In questa seconda stagione i protagonisti vengono messi a dura prova, in particolare Maddie, e l’empatia del pubblico per loro cresce a dismisura quando vede coi propri oggi quanto resilienti siano Maddie, Bosch, Honey e Mo.
Per tutti loro gli autori hanno creato delle sottotrame piene di sfide, per metterne in luce le peculiarità caratteriali, il coraggio e la fedeltà alla famiglia e agli amici.
Anche in questo secondo ciclo di episodi, la tensione è sempre alta, i casi sono appassionanti e complessi e prendono spesso una piega inaspettata. I personaggi secondari, come i nuovi colleghi di Maddie alla CRU di Los Angeles e il nuovo interesse sentimentale della figlia di Bosch, vengono messi in evidenza grazie all’esplorazione delle dinamiche relazionali fra loro e i protagonisti. Il cast ricorrente di Bosch: Legacy si allarga e stabilisce le fondamenta per un impianto narrativo sempre più complicato e ricco di sfumature.
La trama, grazie sia alle vicende personali dei personaggi sia ai casi su cui indagano, è sempre avvincente e sfida lo spettatore a indovinare non tanto chi siano i colpevoli quanto come finirà con loro, visto che spesso si trovano in inaspettate posizioni di potere.
Bosch: Legacy resta un titolo di prim’ordine nel panorama delle serie poliziesche contemporanee. Quella “eredità” del titolo, pienamente raccolta, in realtà si lega fortemente alla presenza di Bosch, protagonista indiscusso grazie al carisma di un personaggio che impariamo ad apprezzare sempre di più col passare del tempo. In fondo sono passati 9 anni da quando l’abbiamo visto per la prima volta nella serie di cui era protagonista, e l’abbiamo visto crescere, maturare e iniziare a invecchiare sotto i nostri occhi. Questo non può che aver creato un forte legame emotivo con un detective tanto intelligente quanto, a volte, impulsivo.
Per fortuna ci sono Maddie e Honey a compensare la sua impulsività. Soprattutto la seconda, anche quando non sembra, passa il tempo a pianificare le proprie mosse togliendo tutti i suoi amici dai guai.
Le battaglie legali svolte in aula da Honey sono splendide da seguire, e quel mix fra detective e legal drama crea una ricetta perfetta per gli appassionati dei due generi più sfruttati dalla serie TV fin dagli esordi dei telefilm.
Titus Welliver, Mimi Rogers e Madison Lintz, affiancati da Stephen A. Chang – e dall’immancabile, splendido cagnolone Coltrane, amatissimo dai fan – ci restituiscono l’immagine di personaggi sfaccettati, convincenti, la cui essenza si lega perfettamente alla città che fa da sfondo alla serie. Los Angeles è una città che offre ogni opportunità, ma anche ogni occasione di infrangere la legge e mettere in piedi organizzazioni criminali.
La colonna sonora gioca come sempre un ruolo fondamentale, con brani attentamente selezionati che sottolineano la profondità emotiva dei momenti chiave, e che accompagnano le svolte narrative che ci tengono inchiodati allo schermo.
Col fiato sospeso fino all’ultimo episodio, aspettiamo che le avventure di Bosch: Legacy proseguano negli episodi in arrivo l’anno prossimo, con nuove trame mai banali e plot twist degni di nota.
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