I VOSTRI MESSAGGI
Sevil Jung Kook - Yes or No Grazie mille ❤️ Marika artemas - i like the way you kiss me Ciao, grazie per tenermi sempre compagnia, volevo ascoltare Artemas, mi piace un casino. saluti da Porto San Giorgio Filippo Red Hot Chili Peppers - Californication ciao Radio FM, potete suonare Californication dei Red Hot Chili Peppers. Grazieeeee 😍

Spettacoli

Cinquetti a Sanremo: “Mi hanno odiata e capita male”

today17 Gennaio 2024 6

Sfondo
share close
AD



A 77 annni la lolita del brano che fu un successo clamoroso nel 1964 e scatenò divismo e antipatie si celebra al Festival. Ma prima si toglie i sassi dalle scarpe

TiscaliNews
  


Dici Gigliola Cinaquetti e spesso le reazioni sono queste: “Ancora?”, e “E basta!” e ci sarebbe da chiedersi il perché. Da sempre percepita come simbolo del falso perbenismo italiano, arrivata ad un incredibile successo ancora ragazzina con un brano, Non ho l’età, che per molti è stato l’icona della falsa brava ragazza, la oggi 77enne tornerà a cantare quella canzone a Sanremo su invito di Amadeus. Sono trascorsi 60 anni e la Cinquetti si porta appresso da una vita gli stereotipi di sciura fredda, poco simpatica, appartenente a un tempo andato che le piovvero addosso già da molto giovane. Ed è lei a togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

La lolita italiana scambiata per conformista

Già negli anni Sessanta era evidente l’ambiguità con cui veniva proposta al pubblico la Cinquetti che con voce da usignolo innocente cantava la difesa della propria verginità all’Italia dei padri padroni e delle donne che non ne potevano più di quel modello familiare e sociale. Gigliola che sussurrava “Lascia che io viva un amore romantico, nell’attesa che venga quel giorno. Ma ora no“. Salvo poi fotografarla un giorno col tubino da aspirante segretaria tanto perbenino e quello successivo in bikini, dentro una piscina, lolita italiana comunque per bene. Tenco aveva fiutato l’imbroglio e glielo disse: “Ti odio, sei falsa”, come ha raccontato la Cinquetti al Corriere della Sera. Dietro l’immagine patinata e rassicurante c’era evidentemente altro.

“Volevo far capire a tutti com’ero davvero”

Nella rievocazione di sé, Gigliola Cinquetti spiega il disagio di essersi trovata dentro un personaggio imbambolato e che non la rappresentava: ” Io giù a fumare Camel, bere grappini, ma non c’era niente da fare: ovunque andassi, ero preceduta dall’immagine…palco col vestitino bon ton“. Nel mentre arrivava il Sessantotto, cambiavano le mode musicali, lei vinceva l’Eurovision e poi rivinceva Sanremo con la Dio come ti amo che le donò Modugno. Detestava la cafonaggine dei Rolling Stones con cui rifiutò di farsi ritrarre in foto. Amava stare sul palco e sullo schermo ma la pressione era enorme. La salvezza? “La scuola, dove per fortuna stavo antipaticuccia ai più, per cui, lì respiravo un’aria più normale. In più, ero protetta dalla sacralità della scuola“. Poi il matrimonio, 45 anni con Luciano Teodori che la spinse a fare tv e mollare l’immagine di bambolina per bene: “Mi chiedevo, perché non tagli la corda?”. Lei che amava le cose semplici e non urlate, la Francia che la riamava anche se poi scelse di restare in Italia. Che ora ha un film documentario su di lei in streaming su Paramount+, L’età, giusta, mentre prepara un tour teatrale e vive in campagna nel Lazio. A Sanremo incontrerà e si scontrerà con il pubblico di Elodie e della trap, lei che ora è nonna della finta lolita per bene che la rese famosissima poco più che adolescente. 

 

TiscaliNews
  





.

Scritto da: redazione

Rate it

Commenti post (0)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati con *


Classifica

Tracklist completa

ASCOLTACI CON LE NOSTRE APPLICAZIONI

AD
AD
AD
0%