“Il primo essere umano ha ricevuto ieri un impianto Neuralink e si sta riprendendo bene. I risultati iniziali mostrano un promettente rilevamento dei picchi neuronali”
Sono queste le parole con cui Elon Musk ha annunciato che Neuralink, dopo anni di sperimentazioni e soprattutto dopo aver ottenuto il via libera a maggio dello scorso anno da parte della Food and Drugs Administration (l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici), ha impiantato per la prima volta nel cervello di un essere umano una delle sue interfacce BCI.
La tecnologia di Neuralink, l’azienda statunitense di neurotecnologie che Musk ha co-fondato nel 2016 con un gruppo di imprenditori, funzionerà principalmente attraverso un impianto chiamato “Link”, un dispositivo delle dimensioni di cinque monete impilate che viene inserito nel cervello umano attraverso un intervento chirurgico invasivo, una metodologia diversa dagli impianti “non invasivi” sviluppati dalla concorrente Synchron che ha impiantato il suo primo dispositivo in un paziente statunitense nel luglio del 2022.
Il primo dispositvo impiantato da Neuralink si chiama “Telepaty” e consentirà il controllo di uno smartphone o di un computer tramite il pensiero:
Lo scorso settembre, Neuralink aveva aperto le iscrizioni al programma Precise Robotically Implanted Brain-Computer Interface (PRIME), uno studio che “mira a valutare la sicurezza” dell’impianto (N1) e del robot chirurgico (R1) e a “valutare la funzionalità iniziale” della BCI per consentire alle persone paralizzate di “controllare dispositivi esterni con il pensiero.”
Questo “studio” è rivolto a “persone affette da tetraplegia dovuta a lesioni del midollo spinale cervicale o a sclerosi laterale amiotrofica (SLA)” e ha come obiettivo quello di consentire a chi soffre di queste patologie di “poter usare il pensiero per interagire con il cursore di un mouse o con una tastiera.”
Musk, al momento, non ha condiviso altri dettagli in merito all’intervento limitandosi solo a dire che i risultati iniziali sono “promettenti”. L’installazione con successo di questo primo impianto neurale su un essere umano da parte di Neuralink potrebbe comunque aprire ad una sperimentazione più ampia nei prossimi mesi.
Tra le preoccupazioni che avevano ritardato in questi anni l’approvazione della sperimentazione sull’uomo da parte della FDA, una riguarderebbe la batteria al litio del dispositivo e il rischio di potenziali danni causati dai piccoli fili che permettono il collegamento dell’impianto neurale.
Nel primo caso, le preoccupazioni maggiori riguarderebbero in modo particolare la capacità di ricarica transdermica che, in caso di malfunzionamento, potrebbe mettere a rischio il tessuto circostante. Nel secondo caso, invece, le preoccupazioni sarebbero state relative all’eventuale rottura dei minuscoli filamenti in caso di una sostituzione o rimozione dell’impianto.
Neuralink, ricordiamo, sta comunque affrontando una serie di inchieste federali che sono state aperte nei suoi confronti relativamente alle modalità utilizzate dalla società per condurre test sugli animali. Proprio a questo proposito, lo scorso settembre, lo scorso settembre, sono stati pubblicati dal PCRM, il Physicians Committee for Responsible Medicine, dei documenti e vari dettagli sulla morte di alcune scimmie utilizzate per i test.
Musk, dal canto suo, ha sempre sostenuto che nessuna scimmia sarebbe morta per causa diretta di un impianto Neuralink e che, al fine di “minimizzare il rischio per le scimmie sane”, sarebbero state sempre scelte come soggetti di prova delle “scimmie terminali”, già prossime alla morte.
Non ci sarebbero problemi, invece, dal punto di vista finanziario. Neuralink, infatti, ha ottenuto fino a oggi molti finanziamenti, l’ultimo dei quali da ben 43 milioni di dollari in capitale di rischio lo scorso novembre. Neuralink ha chiuso il 2023 con oltre 400 dipendenti e una raccolta di fondi di 363 milioni di dollari. Finora non è stata rivelata la sua valutazione tuttavia, secondo quanto riportato nei mesi scorsi dalla Reuters, la società sarebbe comunque valutata circa 5 miliardi di dollari.
Post comments (0)