Parigi dichiara guerra ai Suv, tra i veicoli più inquinanti e ingombranti e pericolosi per la viabilità cittadina.
Come stabilito con un referendum, da settembre parcheggiare un’auto di grandi dimensioni nella capitale francese costerà 18 euro all’ora in centro (dal 1° all’11° arrondissement) e 12 euro all’ora nel resto della città. Una sosta di sei ore con un Suv potrà arrivare a costare 225 euro, rispetto ai 75 euro delle altre auto.
La posizione del governo locale è chiara: il Suv non è un mezzo di trasporto congruo per la città; chi non vorrà adattarsi alle esigenze climatiche e urbanistiche dovrà pagare questa sua scelta a suon di soste salate.
“Qui non ci sono sentieri sterrati, né strade di montagna… I Suv sono assolutamente inutili a Parigi. Per di più sono pericolosi, ingombranti e utilizzano troppe risorse”, dice il vicesindaco David Belliard che è anche responsabile dei trasporti e aggiunge: “Il nostro obiettivo è inviare un messaggio molto forte alle case automobilistiche: non dovrebbero produrre questo tipo di auto, dovrebbero essere completamente vietate”.
Uno scossone per le aziende dell’automotive, soprattutto se si considera che Europa (anche in Italia) i Suv rappresentano ormai oltre il 50% delle nuove immatricolazioni.
Ad approvare la misura sono stati gli stessi cittadini parigini con il 54,55% dei voti favorevoli al referendum consultivo promosso dalla sindaca Anne Hidalgo per rendere Parigi più verde e accogliente per ciclisti e pedoni, anche in vista dei Giochi Olimpici di quest’anno.
C’è da sottolineare, però, una bassissima affluenza alle urne: solo il 5,68% degli aventi diritto è andato a votare. Il risultato è comunque vincolante perché nei referendum municipali francesi non c’è un quorum costitutivo da rispettare.
L’inquinamento prodotto dai Suv non è l’unica causa di questa misura, che mira anche a “punire” l’eccessivo spazio occupato da questi veicoli, che rende più difficile la viabilità per gli altri automobilisti e, in particolare, per chi va in bici. Si sottolinea, inoltre, come la prestanza motoristica e fisica dei Suv aumenti esponenzialmente il rischio di incidenti gravi, soprattutto in un contesto come quello urbano, poco scorrevole e molto imprevedibile.
Tariffa speciale dei Suv a Parigi, chi riguarda?
La scelta parigina ha fatto subito il giro del web e molti si stanno chiedendo quali Suv pagheranno di più la sosta a Parigi. Innanzitutto, bisogna evidenziare che il rincaro non riguarderà i residenti e una serie di categorie come i professionisti che parcheggiano nelle loro zone autorizzate, i tassisti che sostano nei posteggi dedicati, gli artigiani, le persone che lavorano nel settore sanitario e quelle con disabilità.
Stanti questi requisiti territoriali e speciali, la tariffa differenziata si applicherà a tutte le auto con un peso superiore a 1,6 tonnellate, anche elettriche se pesano più di 2 tonnellate. Da quest’ultimo passaggio si evince come il provvedimento non miri solo a contrastare l’inquinamento ma anche l’occupazione degli spazi per le strade della città.
Strade dove già da tempo è stato approvata la Zona 30, il limite di 30km/h per cui ha optato anche Bologna e che in Italia sta generando molte polemiche. In quasi tutto il territorio della capitale francese questo limite è stato introdotto già ad agosto 2021.
Secondo le stime del vicesindaco Belliard, circa il 10% dei veicoli a Parigi sarà colpito dalle tariffe di parcheggio più elevate, che potrebbero fruttare alla città fino a 35 milioni di euro ogni anno.
Stime più alte da parte di AAA Data, azienda specializzata in analisi dei dati del settore automobilistico, secondo cui le automobili che dovranno pagare una tassa più elevata nella capitale francese saranno circa 130mila, il 15% del totale.
Come è cambiata la mobilità a Parigi con Anne Hidalgo
La misura approvata con il referendum di domenica 4 febbraio si inserisce in una strategia più ampia di sostenibilità ambientale, che prevede anche la riduzione del traffico, la creazione di piste ciclabili, la pedonalizzazione di alcune aree e la promozione dei mezzi pubblici.
Da quando ne è diventata prima cittadina (2014), Anne Hidalgo è intervenuta con decisione per rendere Parigi una città più vivibile e meno inquinata, seguendo l’esempio di altre metropoli europee come Londra, Amsterdam e Stoccolma, che ha vietato le auto a motore termico nel centro della città già dal 2025.
Sotto Anne Hidalgo, Parigi ha aumentato la pressione sugli automobilisti, facendo lievitare i costi dei parcheggi, vietando gradualmente i veicoli diesel e togliendo spazio alle macchine in favore della rete di piste ciclabili nella congestionata capitale.
Finora la sindaco Hidalgo ha creato 1.000 km di piste ciclabili, di cui 1/3 (350km) protette. Una politica coerente con le esigenze dell’ambiente e l’indirizzo europeo, dove la Commissione ha recentemente presentato la Dichiarazione europea sull’uso della bicicletta.
Hidalgo ha anche creato un’ampia zona a basse emissioni, in espansione, per escludere le auto più vecchie.
I risultati? Eloquenti:
– C’è stato un aumento del 71% nell’uso delle biciclette tra la fine delle restrizioni Covid e la fine dell’anno scorso, ha annunciato il municipio. Come testimoniano le colonnine che contano i passaggi delle vetture, durante le ore di punta mattutine e serali, sulle principali arterie parigine ora le biciclette sono quasi il doppio delle automobili. L’uso della bicicletta rispetto agli anni ’90 è aumentato di circa il 1.000%!
– Il traffico automobilistico nella capitale è diminuito di circa il 45% dall’inizio degli anni ’90, mentre l’uso dei trasporti pubblici è aumentato del 30%.
Sosta dei Suv a Parigi, piovono polemiche
L’operato di Anne Hidalgo dimostra con i fatti che il cambiamento è possibile, anche nelle grandi città.
“I parigini hanno fatto una scelta chiara… altre città seguiranno”, ha dichiarato fiduciosa la sindaca. In effetti, anche a Lione e a Grenoble le autorità hanno annunciato tariffe di parcheggio più elevate in base al peso del veicolo a partire dall’anno prossimo.
“Si tratta – spiega Hidalgo – anche di una misura di giustizia sociale”, dato che le fasce più deboli della popolazione, spesso abitano nei pressi delle strade più trafficate. Come spesso accade, quindi, la sostenibilità ambientale abbraccia e sostiene quella sociale.
Ovviamente, la misura non piace a tutti. Alcuni la ritengono giusta e necessaria per migliorare la qualità dell’aria e della vita, altri la considerano ingiusta e discriminatoria, e accusano la prima cittadina di voler penalizzare ideologicamente i più ricchi. Il gruppo di pressione “40 milioni di automobilisti” ha lanciato una petizione per opporsi alla misura e ha promesso battaglia legale
Carlos Tavares, numero uno di Stellantis, ha commentato che “se la Francia non vuole i Suv, va bene. Venderò loro berline e manderò i Suv agli altri mercati”.
L’impressione è che l’avversione per queste misure potrà ben poco. A partire dalla primavera di quest’anno è in arrivo una zona a traffico limitato che, con alcune eccezioni, vieterà tutto il traffico auto nella maggior parte dei distretti centrali della città. Che piaccia o no.
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