Momento di autentica commozione con la mamma di Giogiò, al secolo Giovanbattista Cutolo, il giovane cornista ucciso a Napoli per un motorino parcheggiato male. La donna ha letto una lettera aperta scritta per il figlio, il cui sogno sarebbe stato di suonare un giorno al Festival: «Tu stasera vivi attraverso la musica che amavi». E che infatti viene eseguita dall’orchestra dell’Ariston.
Amadeus con la madre di Giogiò
Mannoia tra Mannarino e De André
E qui veniamo alle esibizioni dei cantanti in gara. Confermata la sensazione dei pre-ascolti: siamo di fronte al Sanremo meno interessante, musicalmente parlando, tra i cinque di Amadeus. Si parte con Clara, vincitrice di Sanremo Giovani che giovanileggia con Diamanti grezzi. Dopo di lei Sangiovanni con la ballatina Finiscimi e quella maledettissima voglia di prenderlo in parola e spegnere la Tv. La vecchia guardia è subito rappresentata da Fiorella Mannoia con l’inno femminilista un po’ furbacchione Mariposa. Tra Mannarino e Princesa di De André.
Ghali
L’alieno è la scimmia che balla di Ghali
Pop punk un po’ emo per i La Sad che indagano sull’autolesionismo con Autodistruttivo e portano in scena la campagna #nonparlarneè1suicidio dell’associazione Telefono Amico. Debole e piacione l’Irama di Tu no. Ghali si gioca il jolly «Scimmia-che-balla» nell’esecuzione di Casa mia: all’Ariston arriva un alieno che assomiglia a un dugongo. Occhio comunque ché la canzone cresce ascolto dopo ascolto. Convincente anche Ricominciamo tutto, la ballatona del ritorno dei Negramaro. Peccato per la performance canora non proprio pulitissima di Giuliano.
Annalisa
Annalisa mette un po’ di musica leggera
Annalisa mette un po’ di musica leggera («Quando, quando, quando…») in Sinceramente che si conferma uno dei brani più astuti dell’edizione. Efficace pure la Tuta gold di Mahmood, uno che punta fatalmente sempre alto quando passa da queste parti. Diodato torna all’Ariston scortato da un corpo di ballo per celebrare la ballatona pianistica Ti muovi. Loredana Berté in purezza quella di Pazza: «Prima ti dicon sei pazza e poi ti fanno santa». Autobiografia che il pubblico dell’Ariston accoglie con un’ovazione. Tormentone urban a prova di polemiche I p’ me, tu p’ te di Geolier. Annalisa Amoroso si conferma una credibilissima candidata al podio con la tutto sommato sanremese Fino a qui. Salirà, salirà, salirà Un ragazzo, una ragazza, canzone di The Kolors.
I Ricchi e Poveri
Apoteosi kitsch dei Ricchi e Poveri
Promettente in chiave gara anche La noia latineggiante di Angelina Mango. Non esattamente un inno all’understatement il Capolavoro del Volo. Non bastano le buone intenzioni di Big Mama in La rabbia non ti basta. Ci sarebbe da evocare lo spirito di Gillo Dorfles per farsi spiegare il trionfo kitsch dei Ricchi e Poveri che salgono sul palco impacchettati, come se fossimo al Cantante mascherata. E invece si tratta di Ma non tutta la vita. Emma ammiccante e danzereccia quella di Apnea, intimistici e un po’ retrò Renga e Nek (Pazzo di te).
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